Doppietta Cosmi: il test

doppietta cosmi tra le foglie autunnali
(© Simone Bertini)

La Doppietta Cosmi è semplicemente un fucile sopraffino. Non ha bisogno di ulteriori attribuzioni: ci sono tutte le premesse affinché l’ennesima rinascita sia destinata a rappresentare una pietra miliare nella produzione attuale e futura.

Non ha un nome particolare, soltanto doppietta: Doppietta Cosmi. Perché basta già Cosmi, circa 10.000 fucili ad anima liscia costruiti a cavallo di tre secoli, a dire tutto. Ricolma di maestria armiera di chi conosce le armi e le ha sempre costruite, di quel sapore antico che deriva dall’eccellenza artigianale, la fabbrica d’armi Cosmi situata a Torrette di Ancona è un luogo frequentato da tutti coloro che hanno voluto concedersi un pezzo di storia. Capi di Stato, personalità politiche e volti noti del jet-set hanno impugnato un fucile semiautomatico Cosmi, il semiautomatico per definizione, costruito a mano con più di 100 pezzi incastrati fra di loro senza l’ausilio di viti, con la cura certosina di chi non ha mai deviato dalla rotta tracciata perfetta 100 anni fa.

Ma ora? Siamo convinti che numerose persone resteranno affascinate dalla Doppietta Cosmi, testata sul campo in omaggio alla regola (non scritta) che i fucili Cosmi debbono essere impiegati sul terreno di caccia e non restare a brillare in una vetrina, per quanto bella e rilucente possa essere.

Doppietta Cosmi: essenza iconica

È splendida come solo una doppietta può essere. La Doppietta Cosmi è realizzata in calibro 12, l’unico per il momento e immaginiamo che resterà tale ancora per diverso tempo. La snellezza delle forme, pur in assenza di bascula round body, la rende filante e slanciata. L’impressione è stata ampiamente confermata nel corso della prova pratica, quando le occasioni di tiro hanno evidenziato un brandeggio esemplare e una distribuzione dei pesi altrettanto favorevole.

Naturalmente la bascula è realizzata a partire da un blocco di acciaio. Tutta la superficie metallica, cementata e temprata, è inoltre abbellita da una sontuosa incisione a volute floreali, opera del maestro Stefano Muffolini. L’incisione è un surplus, sui desiderata del cacciatore. Riteniamo che il valore dell’arma richieda un’incisione come questa, piuttosto classica e senza apposizione di oro o altri particolari che potrebbero stonare in un contesto di raffinata eleganza. Ovviamente la decisione sarà poi presa da ciascuno in base a gusti e preferenze.

Doppietta Cosmi: un capolavoro dell’arte armiera

Dal punto di vista meccanico, la Doppietta si presenta con cartelle lunghe che celano il meccanismo all’interno. Si tratta di batterie tipo Holland & Holland modificate, visto infatti che la molla a V che spinge il cane si trova in posizione posteriore anziché anteriore. Il motivo di tale scelta è presto detto: nello sfortunato caso in cui si dovesse rompere, la molla rimane incastrata nello spazio a disposizione e continua a funzionare, a differenza di quanto potrebbe accadere nel caso di un suo posizionamento anteriore. L’accorgimento è retaggio di altri tempi, di un secolo fa, quando con la doppietta si sparava e tanto. Adesso appare una soluzione perfino anacronistica, ma fa piacere che certi particolari siano stati conservati anche sugli esemplari odierni. Analoga strutturazione la si ritrova anche negli express, dal momento che il fucile deve poter funzionare anche nel malaugurato caso di un inconveniente tecnico.

Le batterie montate sulle cartelle non sono smontabili a mano e anche questo aspetto non deve meravigliare. A parte la possibilità di esaminare con gli occhi dei veri e propri capolavori dell’arte armiera, non esiste però un serio motivo per smontare gli acciarini di una doppietta Holland & Holland. Non si riscontra altresì la presenza dell’indicatore di cane armato, prerogativa che non è propria delle armi italiane quanto piuttosto delle armi inglesi. In ogni caso la cosa non pone particolari problemi di realizzazione, se rientra nei desiderata del futuro utilizzatore.

Doppietta Cosmi: la photogallery

Doppietta Cosmi: la più classica delle tradizioni

La chiave di apertura è correttamente proporzionata e incisa. Dispone di una palmetta zigrinata su entrambi i lati. L’appoggio della falange del pollice è quindi decisamente corretto e lo sforzo per aprire il basculante commisurato alla bisogna. La vite della testa della chiave è a taglio, incisa. Il ponticello è un bell’ovale, di dimensioni consone anche a un utilizzo invernale: ospita un monogrilletto non selettivo ottimamente conformato. Il cacciatore può decidere di optare per un bigrillo. La guardia si prolunga sull’impugnatura all’inglese dell’esemplare in prova.

Elegante e perfettamente incassata anche la codetta di bascula (incisa), che ospita il cursore della sicura. Pure in questo caso non è stata fatta alcuna concessione a forme più avveniristiche: si resta sempre a stretto contatto con la più classica delle tradizioni. Il cursore della sicura si aziona facilmente con il pollice che spinge indietro (per l’inserimento) e in avanti (per disinserire) una cresta zigrinata. I seni di bascula sono molto ben lavorati e rifiniti, nonché incisi.

Doppietta Cosmi: equilibrio assoluto

Sulla calciatura c’è ben poco da dire: siamo infatti in presenza di un legno altamente selezionato di noce, di provenienza turca, finito a olio (tru-oil) con innumerevoli passaggi a chiusura dei pori. La scelta di Cosmi si è fermata sulla calciatura all’inglese, decisamente elegante. Non vi sono calcioli, neppure quelli in gomma color corallo che fanno tanto anglosassone. Vi si trova soltanto il calciolo ricavato dalla parte terminale della pala del legno tramite una zigrinatura più grossolana. Consente comunque un ottimo appoggio sulla spalla del cacciatore. Nel test, con lo sparo delle cartucce, la percezione del rinculo è stata eccellente, sia per la dolcezza delle cartucce stesse, sia per la caccia in periodo invernale con conseguenti abiti invernali, sia infine per l’equilibrio complessivo della Doppietta.

L’astina è ovviamente all’inglese con sgancio a pompa in apice e meccanismo inserito in un blocchetto finemente inciso. Lo zigrino, eseguito – ça va sans dire – manualmente, è a passo fine, da 0,75 mm. È di forma classica e altrettanto classicamente non arreca fastidio al palmo delle mani sia sulla mano forte, sia sulla mano debole. La lop della Doppietta è di 373 mm.

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Storia, fascino, valore e segreti della Doppietta Cosmi

Un capitolo a parte lo meritano le canne, anche perché era parecchio tempo che non mi trovavo in presenza di un paio di canne accoppiate a demibloc, quello vero. Non innesti su un monobloc, non canne cosiddette integrali (saldate a un piano dei ramponi). No, proprio delle vere canne demibloc: vi si distinguono infatti le due metà speculari unite sul piano sagittale mediano.

Belle, belle, belle; fare un paio di canne demibloc è costoso, perché implica un certo grado di lavorazione, non comune e piuttosto sofisticato. Dalla barra grezza, nel ricavare la canna, bisogna considerare la protuberanza dove verrà ricavata la metà del rampone, per poi proseguire con le varie operazioni di sgrossatura e finitura per ricavare le due canne su specifiche del cacciatore. Niente a che vedere con gli altri processi, indubbiamente funzionali ed economici, ma niente a che vedere anche per quanto riguarda la storia, il fascino e il valore.

L’acciaio delle canne è semplicemente il Boehler Antinit, quasi un marchio di fabbrica per Cosmi, che già lo utilizza (insieme peraltro ad altri materiali nobili) per il suo semiautomatico. Le canne non sono cromate internamente (il cromo non va molto d’accordo con questa eccellente tipologia di acciaio) e sono poi finite per asportazione di truciolo. La lappatura interna è fatta ancora come una volta, a mano con uno smeriglio in piombo, grazie alla sapienza di esperti artigiani armieri; il lavoro manuale, anche e soprattutto nella zona in cui è ricavata la strozzatura, determina una forma ellittica da sempre vanto della Cosmi per la balistica.

La Casa assicura che questa lavorazione garantisce un aumento della velocità dei pallini grazie alle canne levigate e lisce, dunque con minor attrito. Più di tanto Cosmi non si sbilancia comunque sui propri segreti; è indubbio che la Doppietta in questione, pur avendo le canne lunghe 70 centimetri (standard) e strozzature fisse di 5/10 e 7/10 (prima e seconda canna, rispettivamente) è letale.

I selvatici sono investiti da un pattern di pallini consistente e compatto. La prova provata è che cadono a terra come fulminati. Chi va a caccia davvero sa di che cosa si stia parlando, quando non vi sono dubbi sull’abbattimento. Anche questo è, nei limiti del possibile, uno dei compiti di un cacciatore corretto, cercare un abbattimento contenuto nel numero e possibilmente il più indolore e pulito possibile. La camera di scoppio è ovviamente da 70 millimetri. La balistica delle canne Cosmi di questa Doppietta è eccellente; non abbiamo condotto prove in placca ma quelle sul campo, inoppugnabili.

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Doppietta Cosmi: un’estrema cura meccanica

La bindella, saldata a stagno, parte diritta per annegarsi fra le canne, scavata internamente per alleggerire il tutto; termina poi con un classico e intramontabile mirino sferico in ottone. Non è rabescata e sulla sua superficie è incisa la scritta “Cosmi – Italy”, mentre sulla parte ventrale delle canne sono incise le scritte: “Demibloc Barrel” e “Boehler Antinit Steel”. Il diametro in asta è 18,5 millimetri.

Gli eiettori sono automatici e funzionano egregiamente, con un clic all’apertura della doppietta, proiettando il bossolo spento qualche metro più in là. Non mancano i portapercussori, trattenuti in situ da una vite di fermo. Per restare nella meccanica fine, si segnala un altro particolare importante: la chiusura a triplice giro di compasso, come ci aspettavamo e come era logico che fosse. I segni sui ramponi, frutto delle aperture e chiusure del basculante, dimostrano la precisione di lavorazione e degli accoppiamenti; la Doppietta Cosmi è dunque un fucile curato meccanicamente, non vi sono dubbi.

Doppietta Cosmi, un fucile di lusso

Mi sono ritrovato col direttore Matteo Brogi e con Luca Gaeti presso l’Azienda agri-turistico-venatoria La Canonica di Certaldo, vicino Firenze: la gestisce Salvatore Leanza di Caccia Toscana. La pioggia intermittente non ha rovinato la giornata, anzi: ha permesso di cacciare sotto un cielo sì cupo, ma mutevole di umore e nelle incantevoli sfumature di colore.

Eccellente il lavoro dei cani e eccellente la Doppietta; abbiamo già descritto qualcosa, ma bisogna soffermarci ulteriormente sulla maneggevolezza dell’arma. Insospettata, dati i 3.350 grammi alla bilancia, ma indice di una filosofia costruttiva che rimane perfetta. Che sia merito degli inglesi, che sia merito dei nostri artisti armaioli, non lo so; fatto sta che la doppietta è perfetta così. Senza aggiunte. Equilibrata, dal puntamento istintivo per la maggioranza degli animali insidiabili con il cane da ferma, onesta e sincera allo sparo e al rinculo, perdona poco ma offre tanto al cacciatore.

Doppietta Cosmi: la photogallery

Doppietta Cosmi: la prova sul campo:

Il feeling è stato istintivo sin dal primo selvatico. Per inciso, i fagiani erano tutt’altro che convinti di fare le vittime sacrificali e – complice la vegetazione fitta ed estesa – spesso cercavano di allontanarsi di pedina con conseguenti interminabili guidate dei cani. L’emozione del frullo è stata vinta con naturalezza e il calcio si è appoggiato alla spalla come se ci fosse sempre stato; il dito è corso al grilletto senza esitazioni e lo sparo è stata la logica conseguenza. Il risultato una costante, con quella sensazione di cui prima circa la pulizia dell’abbattimento in virtù di una qualità balistica non trascurabile.

Degno completamente della giornata, le cartucce che Luca Gaeti ha ritenuto opportuno fornirci, delle Purdey con bossolo in cartone da 65 mm di altezza e 30 grammi di piombo del numero 7 in prima canna e delle Purdey analoghe ma caricate con piombo numero 5, sempre con borra in feltro, in seconda. Quanto di meglio per la Doppietta Cosmi. Ma chi l’ha detto che bisogna sparare delle bombe per abbattere un selvatico?

La Doppietta Cosmi lascia ben poco spazio ai dubbi: trattasi di un fucile di lusso e il prezzo sarà adeguato di conseguenza. Per la cifra trattate direttamente con l’azienda, anche perché dipenderà dalle vostre scelte in materia di finiture ed incisioni. Io un’idea ce l’ho e, anche se si tratta di cifre importanti, ritengo che quanto richiesto sia un valore commisurato alla qualità del prodotto. La cifra vi permette di entrare in possesso – cosa strana – di un Cosmi che non sia a più di due colpi. Ma che conserva intatta tutta la filosofia, la cura del dettaglio e l’anima costruttiva della Cosmi. Se vi ho ingolosito, sappiate che ci vogliono circa 8 mesi dall’ordine per entrare in possesso di questo gioiello.

Doppietta Cosmi: la scheda tecnica

Produttore: Cosmi
Modello: Doppietta
Tipo: doppietta da caccia
Chiusura: a triplice giro di compasso
Calibro: 12
Lunghezza canne: 700 mm
Strozzatori: 5/10 e 7/10
Bindella: concava
Grilletto: monogrilletto non selettivo (disponibile bigrillo)
Sicura: a slitta, sulla codetta di bascula
Calciatura: inglese, modificabile, in noce altamente selezionato e finito a olio
Finitura: argento vecchio, incisa su tutta la superficie metallica con festoni floreali
Peso: variabile a seconda della lunghezza delle canne e della densità del legno (3.350 grammi sull’esemplare in prova)
Prezzo: su richiesta
Contatti produttore: 071 888208 / www.cosmi.net

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