Dogs, il libro di Raymond e Lorna Coppinger, offre una nuova chiave di lettura dell’origine, dell’evoluzione e del comportamento del cane.
Sono arrivato alla lettura di Dogs di Ray e Lorna Coppinger, dopo aver letto, davvero parecchio tempo, un libro che si intitolava “Lupi travestiti”, scritto da Barbara Gallicchio. Il libro era di piacevole lettura e conteneva, tra i vari e ampi temi trattati, interessanti documentazioni sui cani da lavoro, che in parte mi erano note e che in parte non conoscevo per niente. Controllando, poi, i riferimenti bibliografici delle parti da me più rilette, avevo visto che erano ricorrenti i nomi di due autori a me totalmente sconosciuti, i coniugi Ray e Lorna Coppinger.
Dogs: il regalo di Ray e Lorna Coppinger
Qualche tempo dopo, la sorpresa. Era stato pubblicato un loro libro, in italiano, che si intitolava “Dogs”. L’originale, in inglese, era del 2001, mentre la traduzione e la pubblicazione italiana del 2012, grazie ad Haqihana.
Ho comprato il libro qualche anno fa, ho cominciato a leggerlo e… non ho ancora smesso! Sono forse alla quinta rilettura e recentemente ho acquistato anche l’originale in inglese per comprendere e correggere gli immancabili errori che ogni traduzione comporta e che mi hanno impedito la comprensione fluente – o a volte concettuale – di alcune parti del testo.
A distanza di anni continuo a farmi coinvolgere dalle riflessioni di questi due scienziati, raffinati biologi, etologi ed ecologi del comportamento, che hanno scardinato i miei preconcetti e paradigmi stantii sul cane per sostituirli con la freschezza, l’intelligenza e l’onestà delle loro ricerche e osservazioni.
Osservazioni fresche e intelligenti
Gli argomenti trattati e condensati nelle pagine di questo libro, unico nel suo genere, partono dall’origine del cane, che è ancora incerta sia riguardo all’epoca della sua comparsa sia nella definizione dei suoi avi. Proseguono descrivendone la conformazione fisica e comportamentale a cominciare dai cani da villaggio – che noi consideriamo bastardacci, ma sono le forme più vicine al cane originale – fino alle declinazioni canine più specializzate.
Viene stilata un’originale classificazione proprio sulla base dei tipi morfologici e comportamentali e, nel descriverne le attitudini che ne spiegano l’utilizzo in diversi ambiti, vengono illustrati i pattern motori sottostanti (sequenze comportamentali automotivate e autoremunerative, come la punta nel setter) che le determinano.
Nel proseguo della narrazione si chiarisce la collocazione del cane nella nostra società e anche in altre da noi sovente poco considerate, ma nelle quali il cane domestico è ben presente. Spesso, infatti, ci dimentichiamo che non esistiamo solo noi occidentali, ma ci sono anche altri popoli che vivono e convivono col cane in maniera totalmente diversa dalla nostra, senza regalargli il ruolo di essere senziente privilegiato di cui si fregia, rispetto ad altri animali, nella nostra società.
Molti cinofili troveranno profondi motivi di riflessione su come approcciare quello che loro ritengono “il migliore amico dell’uomo”, condividendo con esso una simbiosi definita dagli autori ambigua ma ben illustrata nelle pagine del libro (ma è poi così fedele e disinteressato? E che cosa lo lega veramente a noi? E noi a lui?) e su come interpretarne i comportamenti.
Rivedere preconcetti e dogmi sulla materia
Molti studiosi che si occupano dell’intelligenza del cane (ma è davvero straordinaria come dicono? Ne siamo così certi?) avranno modo di riorganizzare il loro modo di fare ricerca alla luce della comprensione dei set genetici che codificano e impongono precisi pattern motori – e quindi specifici comportamenti – in determinate razze e in specifici ambienti.
Molti utilizzatori dei cani – sì utilizzatori, non esistono solo i cinofili, ma c’è anche chi usa il cane perché è uno strumento di lavoro oppure di assistenza o di svago – troveranno conferme e smentite ai loro tradizionali saperi.
Molti genetisti e biologi, che ci hanno raccontato per anni la bellissima e affascinante favola del lupo che diventa cane per intercessione dell’uomo coadiuvandolo nella caccia, riconsidereranno le epoche di domesticazione del cane e i dogmi sulla sua origine, che in tanti danno per certa ma così certa non è. I Coppinger sostengono la tesi dell’autodomesticazione del cane e, alla luce delle deduzioni esposte, è difficile dargli torto, anzi!
La sezione riguardante la genetica del comportamento è stata quella che più mi ha coinvolto perché, con semplici ma illuminanti argomentazioni, mi ha introdotto a una nuova comprensione del cane, del suo mondo e, per logica conseguenza, pure del suo allevamento, finalizzato a ottenere specifiche caratteristiche attitudinali e anatomiche. Ma queste sono speculazioni mie, personalissime.
Un’unica specie?
E ancora. Se è vero come è vero che il comportamento peculiare di una specie è tassonomico, cioè la identifica e la classifica al pari di una conformazione fisica rendendola appunto specie, possiamo spingerci oltre. Alcune razze canine, così diverse tra loro per comportamenti e strutture fisiche, appartengono a un solo tipo di specie, cioè il cane, o invece, in forza delle loro smaccate differenze, possiamo giudicarle come diverse specie di canis?
Bulldog e borzoi sono razze o specie diverse? E San Bernardo e Chihuahua? E questi cani così dissimili possono accoppiarsi e generare progenie giustificando in questo modo la loro appartenenza a un’unica specie? Potremmo rispondere certo che sì, ma solo in teoria!
In pratica la vedo difficile senza l’aiuto di un veterinario che faccia da intermediario. Probabilmente è più semplice che succeda tra un pastore maremmano abruzzese e una lupa, o tra un coyote e uno sciacallo – cioè tra due specie giudicate diverse ma perfettamente interfertili – se non fosse che vivono in ambiti geografici così lontani. Questa è solo una provocazione (che contiene tanta verità) e i Coppinger ci mettono sulla strada giusta per provare a capire.
“Dogs” vi cambierà
Se siete cacciatori, pastori, addestratori, espositori, allevatori, appassionati neofiti o navigati uomini di cani, cinofili o cinoutilizzatori, “Dogs” vi cambierà, vi trasformerà con i suoi diversi ed emozionanti livelli di lettura. È un testo che può essere considerato sia un’opera divulgativa da leggere davanti al camino che, al contempo, un trattato di robustissimo spessore scientifico, la cui consultazione diventa imprescindibile per poter avvicinare i cani con competenza e, perché no, con amore e passione. Quell’amore e quella passione che nutrono la voglia di capire e di andare oltre.
Questo libro, e quelli che sono venuti dopo, è e sono il regalo di Ray, di Lorna, di tutti i loro amici scienziati, degli studenti dell’Hampshire College e degli appassionati di cani che si sono interfacciati con loro. E io sono traboccante di riconoscenza nei loro confronti.
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