Il bilancio sociale 2022 della Federcaccia racconta d’un impatto delle attività socio-ambientali superiore a 2,7 milioni di euro.
La caccia è una risorsa, non un costo per la società: per capirlo basta guardare il bilancio sociale 2022 della Federcaccia, che per il quarto anno di fila s’è affidata a una società terza per quantificare l’impatto delle proprie iniziative sul territorio.
Anche se per i dati definitivi manca ancora qualche sezione, l’andamento è chiaro: le 485 iniziative della Federcaccia (257 sociali, 83 ambientali, 145 strettamente venatorie – salvaguardia delle diverse forme di caccia, formazione, protezione e tutela assicurativa dei cacciatori) hanno generato un valore superiore a 2,7 milioni d’euro (al centesimo, 2.725.787,02); è notevole (+107,7%) la crescita rispetto al milione e 300.000 euro del 2021.
Anche se numericamente sono meno, le iniziative ambientali incidono di più: generano infatti circa 2,1 milioni (nel dettaglio, 2.095.519,78 euro), ossia il 77% del totale, con un impatto medio di 25.247,23 euro ciascuna. Quarantanove, ossia il 59%, sono state dedicate ad attività di salvaguardia ambientale, quindi alla conservazione e alla protezione degli ecosistemi; il 34% alla gestione faunistica, il 7% alla sorveglianza sanitaria. L’impatto delle 257 attività sociali è invece complessivamente pari a 630.267,24 euro (media 2.452,40).
L’analisi della composizione anagrafica della base sociale prova a smentire il luogo comune del cacciatore vecchio: il 45% dei federcacciatori sta per compiere o ha da poco compiuto 50 anni; l’età media generale è calcolata intorno ai 60. E rispetto al 2021 sono raddoppiate le donne cacciatrici; è a loro, rappresentate dal Coordinamento nazionale, che il presidente Massimo Buconi ha assegnato il premio Cacciatore dell’anno; è un riconoscimento per le loro iniziative di solidarietà concreta a favore delle popolazioni colpite dalle alluvioni nel corso della primavera.
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