Dose di piombo intermedia con pallini mescolati dell’8 e del 9 per massimizzare la dispersione, borra Gualandi e l’apprezzatissima polvere Jk6: la Danesi Scolopax è ora disponibile anche in calibro 20.
Dopo il successo tra i beccacciai italiani della versione in calibro 12, Danesi ha deciso di declinare anche in calibro 20 la sua cartuccia specialistica per la caccia alla regina del bosco: la Scolopax. Con un nome tanto evocativo, la Danesi Scolopax, anche in calibro 20, si conferma come una scelta eccellente per la caccia alla beccaccia nel folto, quando si prevede di sparare a corta distanza.
La versione in calibro cadetto, inoltre, risulta anche più versatile rispetto a quella in calibro 12, con un caricamento in un certo senso più bilanciato e meno esasperato.
Polvere Jk6
A caratterizzare la Scolopax in calibro 20 è, prima di tutto, il propellente utilizzato, la celebre Jk6 prodotta dalla svedese Eurenco Bofors e commercializzato in Italia dalla Fiocchi di Lecco. Si tratta di una polvere monobasica costituita da nitrocellulosa, ottenuta per laminazione e caratterizzata da una densità gravimetrica pari a 550 grammi per litro. La dose di polvere contenuta in ciascuna cartuccia, rilevata da una serie di misurazioni effettuate su alcune cartucce campione, è di 1,40 grammi.
La cartuccia è caricata in un bossolo in plastica traslucida, rigorosamente di colore giallo, come previsto dalla normativa vigente per tutte le munizioni in calibro 20. Il bossolo è lungo 70 millimetri, dotato di fondello in lamierino ottonato tipo tre, alto 16 millimetri.
Per la Scolopax, inoltre, Danesi ha scelto di utilizzare una chiusura a orlo tondo, impiegando un dischetto di chiusura in plastica trasparente, del tipo privo di linee di frammentazione. L’innesco, invece, è il Cx 1000 di Cheddite, riconoscibile per la coppetta nichelata, l’involucro ottonato e il cartoncino di copertura del foro di vampa laccato nero.
Doppia numerazione
La carica di piombo dichiarata per la Scolopax in calibro 20 è pari a 28 grammi, un dosaggio che, per il calibro cadetto, si può considerare intermedio e che, soprattutto, risulta all’atto pratico più che sufficiente per un impiego efficace su un selvatico della mole di una beccaccia e non solo. Da una serie di rilevazioni con il nostro bilancino digitale, tuttavia, abbiamo constatato che la carica media di piombo contenuto nelle cartucce è pari a 27 grammi, appena un grammo in meno rispetto al valore dichiarato.
Riconfermata anche una delle caratteristiche tipiche della versione in calibro 12, vale a dire l’utilizzo di pallini di due numerazioni differenti mescolati. Nel caso specifico, il produttore ha scelto di utilizzare pallini del nove e dell’otto miscelati e il numero medio di pallini contenuti in ciascuna cartuccia, ottenuto da alcune rilevazioni su cartucce campione, è di 412. Inoltre, i pallini del nove sono argentati, mentre quelli dell’otto sono dorati, entrambi trattamenti che conferiscono maggiore sfericità e resistenza al piombo, limitando la deformazione in caso di attrito con le pareti interne della canna e, in alcuni casi, aumentando la capacità di penetrazione.
Borra Gualandi
Per quanto riguarda il borraggio, invece, Danesi ha scelto di affidarsi alla più popolare delle soluzioni per le cartucce dispersanti in calibro 20: la Super G dispersante prodotta da Gualandi. La borra, realizzata in plastica traslucida, è costituita da una coppetta di tenuta alla base, cui è sovrapposto uno stelo che funge da ammortizzatore, e, nella parte superiore, un contenitore con due alette pre-fratturate, per facilitarne l’apertura al momento dello sparo. Al centro del contenitore, inoltre, è posizionata una croce in plastica, che contribuisce alla dispersione dello sciame dei pallini.
La nostra prova
Per mettere alla prova le nuove Danesi Scolopax calibro 20, abbiamo eseguito le consuete prove di rosata alla placca, impiegando un sovrapposto Beretta con canne lunghe 670 millimetri. Abbiamo scelto di utilizzare un’accoppiata di strozzatori piuttosto frequente sia nella caccia alla beccaccia sia in quella con il cane da ferma in generale, montando uno strozzatore **** Improved cylinder in prima canna e un ** Improved modified in seconda.
Con la prima canna, sparando a una distanza di 15 metri, i pallini a segno in un cerchio del diametro di 750 millimetri sono stati 408 (99% del totale), con un centro di rosata composto da 320 pallini (78% di quelli a bersaglio) e un diametro complessivo della rosata pari a 60 centimetri.
Sparando alla distanza di 20 metri con la seconda canna, i pallini a segno nel cerchio di 750 millimetri sono stati 393 (95% del totale contenuto nella cartuccia), mentre il centro di rosata del diametro di 350 millimetri era composto da 288 pallini (73% di quelli a segno), con un diametro complessivo della rosata di 70 centimetri.
Sia con la prima sia con la seconda canna, quindi, la rosata è risultata sufficientemente ampia, consentendo di non sciupare eccessivamente il selvatico, pur non presentando alcun buco e rimanendo ben guarnita in tutti i settori. Adottando un’accoppiata di strozzatori più aperta, magari *****/***, si può ampliare ulteriormente il diametro di rosata, ma, al contempo, si può contare su una sufficiente concentrazione di pallini anche oltre i 20 metri.
Il test completo delle rosate è stato pubblicato su Beccacce che Passione numero 1 2023. Non perdere le ultime notizie di caccia e i test di ottiche, armi e munizioni sul portale web di Caccia Magazine. se pratichi la caccia con il cane da ferma seguici anche sulla nostra pagina Facebook.