“Si può andare a caccia?” si chiede il mondo della selezione mentre sono in vigore le misure di contenimento dell’emergenza sanitaria da covid-19.
È una domanda che alcuni selettori si stanno ponendo via via che prende forma il quadro normativo: la risposta è deducibile, fondamentalmente non si può andare a caccia. Nessun provvedimento, neppure l’ultimo DPCM, ne fa riferimento esplicito, ma di fatto lo si desume per esclusione. Andare a caccia non rientra infatti tra i motivi consentiti per spostarsi (esigenze lavorative, situazioni di necessità, motivi di salute, rientro a casa). Così rispondono, formalmente o meno, gli interlocutori interpellati.
L’Atc Bologna 2, per dire, ha comunicato ufficialmente che sono sospesi “l’attività venatoria e tutte le azioni, i comportamenti, gli eventi a essa connessi, compresa la caccia di selezione e i censimenti agli ungulati cervidi”. In Toscana, la CCT si è fatta interprete della linea e specifica che “il problema […] non è riconducibile a una variazione del quadro normativo di competenza, bensì alle limitazioni che nei fatti vietano il raggiungimento del sito di caccia”. D’altra parte se il decreto si chiama “Io resto a casa” c’è poco da intendere sulla pratica immediata. Semmai ci sarà da capire come impatterà sulla gestione faunistica una volta che l’emergenza sanitaria sarà alle spalle, ma ci sarà tempo per farlo.
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