Cia Agricoltori ritiene che il controllo faunistico non possa essere affidato ai cacciatori.
Non possono essere i cacciatori a effettuare le attività di controllo faunistico; ci vogliono, anche se muniti di licenza, ausiliari professionali adeguatamente preparati. La Cia Agricoltori rilancia la propria proposta con cui sollecita una riforma della legge quadro e si inserisce nel solo tracciato dal 5 Stelle Gallinella. L’ipotesi sembra(va) ormai tramontata dopo che il Pd, alleato di maggioranza, l’aveva definita «impercorribile». Anche le opposizioni, che hanno presentato due diversi disegni di legge per coinvolgere i cacciatori nel controllo, sono sulla stessa linea.
Ma la Cia prova a cambiare gioco. «L’emergenza fauna selvatica non si risolve ampliando i calendari venatori» commenta il presidente Dino Scanavino. Sono necessari gli ausiliari, coordinati dalle autorità competenti e cui sia consentito utilizzare gli strumenti di emergenza e di pronto intervento. Che la mossa sia necessaria, sostiene la Cia, si desume dall’incremento dei cinghiali nel corso degli ultimi 40 anni: erano 50.000 nel 1980, adesso hanno raggiunto quasi quota 2.000.000.
La Cia chiede dunque che la sua proposta di riforma della legge quadro, con annessa rimodulazione del controllo faunistico, «sia presa in seria considerazione e ne sia accelerato l’iter parlamentare». Lo slogan è netto: a caccia tutti i giorni, ma con personale specializzato.