La giunta Giani autorizza la braccata come tecnica per il controllo del cinghiale in Toscana.
Non routinaria, da utilizzare soltanto in alcune circostanze, ma comunque ammessa: c’è anche la braccata tra le tecniche per il controllo del cinghiale in Toscana. Lo ha stabilito la giunta Giani approvando la delibera 2/2022 (e insieme l’allegato) su proposta dell’assessore Saccardi.
Nelle aree agricole soggette a danni e nelle quali lo sviluppo vegetativo impedisca di avvistare i cinghiali e dunque rischi di rendere inefficaci le altre tecniche di prelievo, la braccata (massimo dieci cani e sessanta persone armate) è consentita per tutto l’anno; tra la terza domenica di agosto e il 28 febbraio gli interventi (venti cani e sessanta persone) possono svolgersi anche nelle aree boscate e cespugliate. I cani da seguita devono garantire un’adeguata selettività sulla specie. A caccia aperta, il controllo faunistico in braccata dovrà svolgersi preferibilmente di martedì e di venerdì; è obbligatorio l’impiego di indumenti ad alta visibilità.
Sono altri però i motivi per cui il cinghiale è al centro della discussione politica. Dopo la notifica di quattro casi di peste suina africana nel nord-ovest, alcune regioni stanno infatti imponendo restrizioni alla caccia.
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