Il Tar delle Marche ha accolto il ricorso di Lac e Wwf e rinviato davanti alla Consulta l’articolo della legge che disciplina il controllo del cinghiale.
Sul controllo del cinghiale, e sul controllo faunistico in generale, c’è da scrivere un capitolo nuovo. Che non è detto però che porti a un esito diverso. Anzi. Il Tar delle Marche ha accolto il ricorso di Lac e Wwf e sollevato questione di legittimità costituzionale sull’articolo 25, commi 2 bis e 3, della legge regionale 7/95. In primo piano c’è sempre tutto ciò che confligge con l’articolo 19 della legge quadro sulla caccia. A differenza di quanto previsto dalla 157/92, la Regione Marche amplia la platea dei soggetti coinvolti nel controllo introducendovi gli “operatori muniti di licenza espressamente autorizzati dalla Provincia”.
In più, per il controllo dei cinghiali in sovrannumero la Regione può, sentito l’Ispra, autorizzare anche forme di caccia collettiva, dunque braccata e girata, in tutte le zone e nei periodi in cui la caccia è vietata. Se la Corte costituzionale non cambierà il proprio orientamento, e sarebbe sorprendente se lo facesse dopo tante pronunce uniformi, la strada che porta al macero è segnata. A meno che nel frattempo non cambi la legge quadro sulla caccia.