48 voti a 26: il consiglio ha respinto la mozione delle opposizioni contro l’assessore all’Agricoltura lombardo Fabio Rolfi.
Maggioranza di centrodestra compatta a difesa della giunta: il consiglio regionale ha respinto la mozione delle opposizioni, primo firmatario il 5 Stelle Simone Verni, contro l’assessore all’Agricoltura lombardo Fabio Rolfi. Diciassette consiglieri di Movimento 5 Stelle, Pd e + Europa avevano chiesto ad Attilio Fontana di revocargli le deleghe dopo quanto accaduto all’inizio della stagione venatoria.
“Sono evidenti i limiti con i quali è stato gestito l’assessorato” recitava la mozione “a tutto danno della comunità e dei cittadini”. Inoltre “diversi atti dell’assessore [violano] i principi di ragionevolezza, economicità, efficienza ed efficacia dell’azione amministrativa”; è conseguentemente venuta meno “la credibilità dell’assessore”, visto che “si è incrinato quel rapporto di fiducia verso l’istituzione, base di ogni incarico pubblico”. La mozione, sintetizza l’ufficio stampa del consiglio, giudicava “la gestione del calendario venatorio poco rispettosa della normativa e poco attenta alla tutela del patrimonio demaniale e dell’ambiente”.
«È una mozione contro la caccia» aveva risposto Rolfi prima del voto che lo ha blindato; la maggioranza però «è compatta nel sottolineare [l’assenza di pregiudizi] nei confronti di un modo che merita di essere ascoltato con attenzione e rispetto». Per Barbara Mazzali, consigliera di Fratelli d’Italia che ha votato contro la mozione, ora bisogna «aprire tavoli di confronto con le associazioni, sia venatorie sia animaliste, come accade in altre regioni». Si può prendere esempio da «Toscana ed Emilia Romagna, regioni governate dal Pd nelle quali i cacciatori hanno molti più diritti». Ma questo non c’entra con l’operato di Rolfi.
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