Il Tar ha respinto l’istanza della Regione e confermato la sospensione della preapertura della caccia alla tortora in Veneto.
L’istanza di revoca sarebbe andata a buon fine solo in presenza di fatti nuovi, o se fosse stato evidente che alcune circostanze non avevano ottenuto la giusta considerazione: visto che così non è, il Tar (decreto 323/2024) ha deciso di respingere la domanda della Regione Veneto e confermare la sospensione della preapertura della caccia alla tortora (originariamente il calendario la fissava a domenica 1° e a lunedì 2 settembre), decisa sulla base del ricorso di Lac, Wwf, Lipu, Lndc e Lav.
Per il Tar la Regione Veneto si è limitata a richiamare quanto aveva già evidenziato nella delibera di giunta, misure già valutate («la decisione è incoerente con i dati tecnici aggiornati, rilevati dagli organi titolati [a esaminare] la conservazione della specie valutata a rischio; il ministero dell’Ambiente aveva precisato che la sola riduzione del prelievo non era ipotesi percorribile»).
Il governo e l’Ispra hanno infatti evidenziato che è necessario ampliare la protezione della tortora; la Commissione europea aveva chiesto di «attuare una moratoria temporanea per le regioni interessate dalla flyway centro-orientale, in cui la specie risulta ulteriormente in declino»; e i dati in possesso degli animalisti evidenziano «che il divieto di caccia s’è rivelato efficace, a differenza della sola restrizione del numero [delle tortore] abbattibili».
La tortora dunque esce definitivamente dal calendario venatorio del Veneto; in preapertura (7 e 8 settembre) restano cacciabili colombaccio, cornacchia grigia, cornacchia nera, gazza e ghiandaia.
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