È in edicola Cinghiale che Passione aprile-maggio 2019: in questo numero della rivista di caccia al cinghiale si spazia tra biologia, tecniche di caccia, gestione faunistico-venatoria e test di armi, ottiche e munizioni.
È noto che in alcune popolazioni di cinghiali una figliata può avere più di un padre: si apre così Cinghiale che Passione aprile-maggio 2019, in edicola dal 21 marzo. La rivista di caccia al cinghiale, ormai un classico del settore, battezza la primavera con l’articolo di Stefano Mattioli che, basandosi su un recentissimo studio francese, tenta di capire il fenomeno.
Gestione faunistico-venatoria e tecniche di caccia su Cinghiale che Passione aprile-maggio 2019
Non è possibile cacciare tranquillamente una specie così problematica come il cinghiale senza sapere almeno quanti siano i cinghiali, quale sia la riproduzione, quanti vengano abbattuti. Ma le Regioni italiane, tranne qualcuna, non forniscono informazioni. Come sottolinea Franco Perco nella sua rubrica “Visto dall’altana”, questa situazione deve e può cambiare.
Di impatto degli abbattimenti scrive anche Roberto Mazzoni della Stella che si dedica al concetto di efficienza venatoria. Per capirlo, si parte dal rapporto tra cinghiali prelevati e cinghiali scovati: una squadra può dirsi a ragione efficiente quanto più la percentuale sale. La Bandina di Monteriggioni (Siena) rappresenta un buon modello.
L’altra squadra sotto la lente è in realtà una doppia squadra: per Cinghiale che Passione aprile-maggio 2019 Natale Francioso ha incontrato i cinghialai bolognesi della Montovolo – La Quaderna.
Antonio Zuffi si dedica invece a una particolare tecnica di caccia. Nelle regioni in cui è consentita, la caccia a singolo è praticata da un solo cacciatore abilitato con l’ausilio di uno o più cani. Pier Luigi Giglioni, che da diversi anni la effettua in provincia di Terni, ne svela difficoltà e segreti.
Non è caccia, si sa, ma può incidere molto. La sezione si chiude con l’approfondimento di Ivano Confortini sul controllo faunistico. In molte zone è necessario intervenire per impedire che i cinghiali impattino tragicamente sull’economia locale.
Test di armi, ottiche e munizioni su Cinghiale che Passione aprile-maggio 2019
La parte tecnica della rivista si apre con il test della carabina bolt action Kimber 84M Hunter a firma Matteo Brogi. Americana, con il calcio in polimero ma d’impostazione classica, l’arma è realizzata in un range di calibri che permettono di ipotizzarne l’impiego in contesti venatori completamente differenti tra loro.
Simone Bertini ha invece provato e recensito il primo fucile semiautomatico della Rfm di Sarezzo: si chiama Rfm Mistero, è disponibile nei calibri 12 e 20 e merita un test approfondito.
Per poter utilizzare due ottiche diverse sulla stessa arma serve una base a sgancio rapido, ben fatta. Ne esistono tante, che raramente riescono a mantenere quanto promettono: la costanza dell’azzeramento tra un montaggio e il successivo. Ci vuole perizia nella lavorazione e una certa inventiva. Che Cinghiale che Passione ha trovato in Valtrompia con i portaottiche Contessa.
E ancora: è bene che chi utilizza l’arma rigata conosca perlomeno i rudimenti della ricarica di munizioni. Seguendo le parole di Marco Della Mea la cartuccia prende forma.
E, come ormai tradizione, è abbondante lo spazio per la cinofilia, l’attualità, la rassegna comparativa, stavolta dedicata ai fuoristrada, le principali novità del mercato e le foto dei lettori.
Buona lettura dallo staff di Cinghiale che Passione.