Con una lettera aperta Marco Castellani, presidente nazionale dell’Anuu migratoristi, chiede al ministro Lollobrigida un decreto che modifichi la legge sulla caccia.
Le dichiarazioni di vicinanza ai cacciatori devono diventare atti concreti «che abbiano effetti immediati»: di fatto dopo che il governo ha stoppato la riforma della legge sulla caccia, Marco Castellani (è il presidente nazionale dell’Anuu migratoristi) chiede al ministro Lollobrigida la firma di un decreto che raccolga anche i passaggi chiave del ddl Bruzzone bersagliato dall’ostruzionismo delle opposizioni. È il passaggio chiave della lettera aperta che gli ha inviato nella giornata di lunedì.
La delusione dei cacciatori è facilmente spiegabile: prima delle elezioni europee, nota Castellani, nessuno aveva detto pubblicamente che c’era il rischio che si dovessero ritirare gli emendamenti al decreto agricoltura; il mondo venatorio era convinto che il governo e la maggioranza li avrebbero difesi e fatti approvare, e non ritirare senza neppure prendersi la responsabilità politica della scelta («è suonata a tutti come una beffa ben difficilmente giustificabile con motivazioni tecnico-giuridiche»).
Castellani resta dell’idea che la maggioranza di centrodestra rappresenti comunque l’interlocutore giusto: le riconosce infatti «il diverso approccio alle problematiche faunistico-venatorie rispetto a quello dei concorrenti»; se «malauguratamente dovessero pervenire al governo, le forze politiche dichiaratamente anticaccia oggi fortunatamente all’opposizione non avrebbero esitazioni e non si farebbero scrupoli a perseguire i loro obiettivi sinistri ignorando le istanze delle parti avverse».
L’invito è dunque a comportarsi «come si comporterebbero loro», perché i problemi (i ricorsi strumentali sui calendari venatori; le modalità dei controlli, soprattutto sugli appostamenti; le date di migrazione previste dai key concept per la migratoria; le poche sanzioni per chi ostacola la caccia) esistono da molto, e chiedono tempi di risposta veloci. Sono dunque necessari «interventi concreti non più rinviabili»: evidentemente un decreto, un altro.
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