Costruita utilizzando piombo numero 3, questa cartuccia ricaricata calibro .410 è espressamente dedicata a insidiare un selvatico impegnativo come la lepre.
Di primo acchito, pensare di sparare una cartuccia ricaricata calibro .410 nei confronti di un selvatico ostico e coriaceo come la lepre può far sorridere. Ma il momento ci sembra maturo per avanzare questa candidatura (a proposito: avete letto le altre ricette di ricarica?). Chiaramente il tiro dovrà rispondere a requisiti di logica, per non incorrere in azzardi balistici che nulla aggiungono (o tolgono) alla bontà dell’assetto ma che esulano da un contesto venatorio etico e moderno.
Per riporre le nostre cartucce e annotare i preziosi dati di ricarica utilizziamo le scatoline di cartone Siarm proporzionate al calibro. Il bossolo è un Fiocchi traslucido alto 76 millimetri, che può indurvi ad apporci qualche stampa. Noi lo abbiamo fatto, sempre cercando di non esagerare visto il limitato spazio a disposizione; è infatti facile farsi prendere la mano e ricoprire tutta la superficie del bossolo, aumentando la confusione. Abbiamo indicato soltanto la numerazione del piombo e la grammatura e disegnato una lepre accovacciata. La stampa è apposta con vernice nera (stampante Omv, inchiostro Rocchini) e appare di buona qualità malgrado le ridotte dimensioni del bossolo, per di più leggermente rigato.
Il fondello è un tipo 3 ottonato, confacente alla tipologia di impiego della cartuccia; l’innesco è un Fiocchi 615, caratterizzato dal corpo ramato e dalla vernice protettiva copri foro di vampa di colore rosso.
Polvere e borraggio per la cartuccia ricaricata calibro .410
La scelta della polvere è ricaduta sulla SP3 di Nobel Sport Italia (lotto 267.18), dosata in quantità di 1,20 grammi: cerchiamo infatti di utilizzare lotti di produzione recente. Si tratta di una Ball Powder (di forma sferica-sferica appiattita di circa 0,4 millimetri di diametro) di colore grigio-nero, composta per l’83% circa da nitrocellulosa e per il 12,5% circa di nitroglicerina (doppia base attenuata). La SP3 è un propellente idoneo al caricamento di munizioni metalliche per pistola e revolver per uso sportivo e tiro a segno, dal calibro .357 magnum al .44 magnum.
La si può però utilizzare con somma soddisfazione anche per la ricarica delle munizioni spezzate, pur indicando sempre il lotto di produzione perché nel corso degli anni la polvere è cambiata. È una polvere molto progressiva con densità gravimetrica di circa 950 grammi/litro. Per il borraggio abbiamo utilizzato una borra guaina LB (armeria La Balistica) alta 35 millimetri con contenitore dotato di linee di frattura programmata (tre alette unite da un punto di chiusura).
19 grammi di piombo
I pallini, in dose di 19 grammi nella numerazione 3 (3,3 millimetri di diametro) sono in piombo di eccellente qualità, grafitato rosso. Si nota un’elevata omogeneità dimensionale fra le sferette di piombo. Naturalmente la scelta della numerazione è ragionata; dal momento che la lepre è un selvatico impegnativo per il cacciatore, un piombo piuttosto grosso è un requisito indispensabile per poter sperare di interrompere efficacemente la sua corsa. Quindi, considerando la poca grammatura a disposizione in un calibro .410 e l’importanza del nucleo centrale della rosata, abbiamo optato per un piombo numero 3, altamente invalidante quando va a segno. La chiusura è eseguita a orlo tondo, con l’apposizione di un dischetto di plastica trasparente e frangibile (armeria Do’ Monaco; è disponibile anche nei colori giallo e verde).
La cartuccia finita misura 72,78 millimetri, per un peso totale di 25,64 grammi (media di dieci distinte misurazioni). I dati di Banco (misurati a norma Cip con canna cilindrica da 70 centimetri, cartucce climatizzate a 20°C e 60% di umidità relativa) hanno fatto registrare: pressione circa 824 bar; V2,5 372 m/s; tempo di canna 2.697 ms. Se teniamo presente che la cartuccia sarà presumibilmente sparata (almeno la seconda canna, ma in genere entrambe le canne) con valori di strozzatura accentuata, i dati di Banco ci indicano che l’assetto è assolutamente performante nei confronti della lepre.
Il test: cartuccia potente e gestibile
Le verifiche sulla rosata sono state condotte con l’utilizzo di un sovrapposto Rizzini Baby S2000 calibro .410 munito di canne lunghe 76 centimetri; si è sparato a 25 metri con un valore di strozzatura 4/10 (strozzatore Gemini interno-esterno, 2 centimetri esterni) e a 30 metri con un valore di strozzatura 6/10 (strozzatore Gemini interno-esterno, 2 centimetri esterni). In un calibro .410 questi valori di strozzatura corrispondono rispettivamente circa a un ** o Improved Modified e a un * o Full nel calibro 12. Sono quindi due valori molto utilizzati nella caccia alla lepre, perlomeno a stagione avanzata.
I risultati evidenziano un comportamento sincero dell’assetto; anche se – inevitabilmente, data la lunga colonna di pallini e la loro grandezza – qualche dispersione si può notare, il nucleo centrale delle due rosate appare letale sino ai 30 metri considerati. Tenete sempre presente la mole del selvatico e provate a traslare sulla placca le dimensioni di una lepre, per ottenere un risultato confrontabile.
La cartuccia risulta potente, piuttosto facile da comporre e da chiudere, con componentistica di elevata qualità e di facile reperimento nonché assolutamente gestibile alla spalla: ciò vi consente di doppiare facilmente il colpo. Non mancate di verificare presso un Banco di prova la vostra realizzazione.
La prova di rosata
Cartuccia ricaricata calibro .410 con piombo numero 3: la scheda tecnica
- Calibro: .410
- Bossolo: Fiocchi traslucido con fondello ottonato tipo 3 (16 mm); altezza 76 mm
- Innesco: Fiocchi 615
- Polvere: NSI Vectan SP3 (1,20 grammi)
- Borra: guaina LB alta 35 mm con contenitore a tre alette
- Pallini: 19 grammi di piombo grafitato rosso (numero 3; 3,3 mm di diametro)
- Chiusura: orlo tondo con dischetto di plastica trasparente e frangibile
- Altezza cartuccia finita: 72,78 mm
- Peso cartuccia finita: 25,64 grammi
- Pressione: 824 bar
- Velocità (V2,5): 372 m/s
- Tempo di canna: 2.697 ms
Il test completo sarà pubblicato su Caccia Magazine ottobre 2020, in edicola dal 18 settembre – hanno collaborato Paolo Guerrucci e Alessandro Iacolina.