Lasciano interdetti le parole di Carlo Rossella sull’orso in fuga e i cacciatori pronti a sparargli.
“Non vorrei che un cacciatore, uno di questi uomini spietati con gli animali, lo uccidesse con la sua criminale doppietta”: lasciano interdetti le parole di Carlo Rossella sull’orso in fuga nelle foreste del Trentino. Per quanto discutibile, è legittima la prima parte della riflessione che Rossella affida ai suoi Cento secondi su Rds (28 luglio, ore 12.57): lui sta dalla parte dell’orso, “non lo si deve privare della libertà, lasciatelo vagare sui monti”.
(audio tratto da Rds.it)
Ora, è rischioso lasciare un orso problematico a vagare sui monti. Ma stavolta il dibattito sfiancante sulla sorte di M49 ci interessa meno della seconda parte. Che c’entra la cattura con la caccia? Che c’entra la doppietta con un orso? E perché Rossella ha scelto proprio quei due aggettivi, spietati i cacciatori criminale la doppietta, per parlare di un mondo che evidentemente non conosce? Forse, azzardiamo, i cacciatori sono per definizione nemici degli animali e vogliono vederli tutti morti, o quantomeno «all’ergastolo». Ma allora prima ancora che di un orso problematico c’è altro di cui parlare a lungo.
Di orso e grandi predatori si era già discusso in giornata con la risposta della Commissione europea all’interrogazione presentata dagli europarlamentari leghisti.
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