Certo, ci sono le semiautomatiche che i cinghialai sembrano preferire. Poi le bolt action, generalmente legate agli abbattimenti in selezione o in controllo, quando la potenza di fuoco non è una priorità. Ma ci sono anche le straight-pull – carabine con un sistema di ripetizione a un solo grado di libertà – che costituiscono la “cerniera” tra questi due mondi.
Il sistema a ripetizione lineare (straightpull nella lingua inglese) nasce a corredo dei moschetti Ross, Mannlicher M1895 e Schmidt-Rubin 1889 / 1911 / K31 e sembrava destinato all’oblio. Solo negli ultimi anni i produttori civili ne hanno riscoperto l’attualità proponendolo in una sempre più vasta gamma di carabine che a oggi comprende, per quanto riguarda i marchi più diffusi, la Blaser R8, la Browning Maral, la Merkel RX.Helix, la Roessler Titan 16 e la Strasser RS. Questo, soprattutto, per ovviare alle limitazioni legali che, in alcuni Paesi europei, impediscono l’impiego delle semiautomatiche a caccia. Il meccanismo di ripetizione in questione nasce per risolvere alcuni limiti insiti in quello girevole-scorrevole. In quel caso, l’otturatore presenta due gradi di libertà che impongono prima una rotazione del manubrio dell’otturatore per svincolare la testa di chiusura dalla culatta e successivamente un moto lineare retrogrado che sovrintende alle operazioni di alimentazione e armamento del percussore.
Da due a un grado di libertà
Il sistema lineare, sfruttando un otturatore a due componenti con la testa in grado di compiere un movimento rotatorio, permette di mantenere un unico grado di libertà e di compiere tutte le operazioni necessarie per l’armamento semplicemente arretrando l’otturatore. Non c’è alcun movimento rotatorio da parte dell’operatore, quindi, con vantaggi sia in termini di rapidità di ripetizione sia di mantenimento della mira sul selvatico dato che il riarmo non porterà il tiratore a scomporsi.
Questo sistema va idealmente a porsi a metà strada tra i classici a ripetizione manuale, cui concettualmente appartiene, e quelli ad azionamento semi-automatico, cui idealmente si ispira, riunendo in sé i vantaggi degli uni e degli altri: velocità e massima precisione del sistema.
Di fatto, rappresenta un valido compromesso sia per chi cacci in selezione, dove il fattore precisione è preponderate, sia per chi cacci nelle diverse forme di caccia collettiva, dove la possibilità di ripetere rapidamente il colpo è essenziale. A una fattura raffinata che è quella delle carabine a otturazione manuale, le straight-pull affiancano, in negativo, una maggior macchinosità di riarmo che, dove sia necessaria la rapidità, le vede soccombere nel confronto con le semiauto. Forse proprio per questo, queste carabine sono le preferite da chi voglia auto imporsi dei limiti nel confronto con il selvatico. Per certi aspetti, il fenomeno delle carabine a riarmo lineare è diventato una tendenza che coinvolge moltissimi cacciatori.
Blaser R8: l’archetipo moderno
La meccanica della R8 – mutuata dal precedente modello R93 – si basa su un interessante sistema di ripetizione in linea, nel quale l’otturatore non ruota sul proprio asse ma, più semplicemente, trasla mediante un moto retrogrado su due binari. Quello che ruota è piuttosto il manubrio dell’otturatore che, mediante un movimento di circa 45° svincola l’otturatore. Quando l’otturatore va in chiusura e il manubrio viene portato in avanti, un componente radiale composto da 12 segmenti e posizionato dietro alla testina va a impegnare la culatta, creando un vincolo estremamente resistente.
Quello della R8 è un progetto che ben può dirsi modulare; l’arma viene infatti proposta in un totale di 44 calibri e offerta con due diversi profili di canna (rotonda e fluted) in tre diametri (17, 19 e 22 mm) e differenti lunghezze (ogni calibro ne offre mediamente due). Assente in Italia per ovvi motivi, non manca l’allestimento con canna silenziata. La modularità del sistema permette una conversione molto rapida dell’arma sostituendo la canna, la testina dell’otturatore qualora la conversione avvenga tra calibri di gruppi differenti e un inserto nel caricatore che permette di ospitare la cartuccia del calibro prescelto.
La sicurezza dell’arma è demandata a un sistema articolato e innovativo. Quello che infatti colpisce a una prima ricognizione estetica è la presenza di un caricatore integrato al gruppo di scatto; rimuovendo cioè il serbatoio si sganciano dall’arma anche il grilletto e una parte funzionale della catena di scatto, inibendone il funzionamento. Non manca inoltre il pulsante di armamento manuale del percussore. Il sistema IC consente l’attivazione automatica del punto rosso delle ottiche Blaser quando si armi il percussore.
Browning Maral SF Wood: l’alternativa democratica
Browning si è cimentata in questo segmento di mercato solo di recente presentando, nel 2012, la propria interpretazione: il modello Maral. Attraente tanto per la sua funzionalità quanto per un prezzo decisamente concorrenziale se paragonato a quello dei modelli d’ispirazione germanica, nel 2017 è stato oggetto di alcuni miglioramenti. Peculiarità del sistema è il Quick Reloading System, un sistema assistito di ritorno in batteria dell’otturatore che elimina – rispetto alle altre interpretazioni del sistema – la fase di spinta della leva di riarmo. Questa miglioria riduce il movimento del braccio forte del tiratore e, soprattutto, il tempo di ripetizione del tiro. Il sistema si sviluppa intorno alla meccanica della carabina semiautomatica BAR e al suo otturatore a sette alette. Niente più sistema a presa di gas, tipico della BAR, e molla di recupero, componenti entrambi eliminati. L’otturatore della Maral è stato equipaggiato di una manetta idonea all’azionamento manuale mentre, nella carcassa, sono state collocate due molle a spirale a resistenza costante (come quelle degli orologi) che si svolgono in fase di arretramento dell’otturatore per riavvolgersi nella fase di avanzamento dello stesso. Le due molle, che in questa architettura diventano una componente meccanicamente funzionale ma non essenziale alla ripetizione del colpo, sono testate e garantite per 5.000 cicli ma il produttore assicura che la loro vita utile va ben oltre. Altra peculiarità della Maral, questa condivisa con la maggior parte delle carabine a ripetizione manuale di più recente progettazione, è la presenza di un cursore di armamento che funge da sicura. Per quanto riguarda lo scatto, anche la Maral monta il sistema Super Feather trigger che accompagna ormai la quasi totalità dei prodotti a marchio Browning. Si tratta di un sistema di scatto – qui adottato nella versione non regolabile – molto netto e tarato in fabbrica su un peso di circa 1.300 grammi.
Merkel RX.Helix Speedster: il gusto per l’innovazione
Alle caratteristiche fisiologiche del sistema a riarmo lineare, la carabina RX.Helix aggiunge un’architettura take-down che ne permette il trasporto in condizioni ideali e un approccio multi-calibro che ne estende l’impiego fino alla selvaggina africana meno coriacea.
Cuore di tutto il sistema è l’otturatore. Dispone di una testina rotante, fornita di una duplice serie di tenoni che portano a sei i punti di ancoraggio alla canna. La testina si innesta su un corpo-otturatore che scorre all’interno della carcassa in lega a sua volta azionato da un manubrio cui propriamente si deve la chiusura. Particolare degno di attenzione è la presenza di un sistema di moltiplicazione del movimento che, grazie allo scorrimento su una doppia cremagliera, consente di ridurre la corsa del manubrio di circa la metà, con un rapporto quasi di 1:2. Per spiegarlo in altre parole, la corsa del manubrio (65 mm) è pari a circa la metà di quella che compie effettivamente l’otturatore (100 mm), così da incidere ancora una volta sulla velocità del gesto. Questa particolare architettura del dispositivo ha consentito, a differenza di altre interpretazioni del sistema straightpull, di contenere la corsa dell’otturatore all’interno della carcassa, con indubbi benefici teorici e pratici per il cacciatore. Di qualità elevata il sistema di scatto, diretto, pulito, registrabile tra gli estremi di 500 e 1.500 grammi, assistito da un cursore per l’armamento manuale del percussore.
Rispetto alle altre versioni dell’arma, la Speedster utilizza una calciatura definita OmegaGrip, aperta sulla sua parte superiore. Questa soluzione va a mantenere i pregi della calciatura thumbhole tradizionale accostandoli a quelli di una tradizionale. La mano forte è quindi libera di raggiungere il manubrio dell’otturatore e di ritornare in posizione senza impedimenti e ostacoli di sorta. Realizzata in un polimero ad alta resistenza e in grado di dissipare nel modo migliore l’energia del rinculo, presenta un nasello regolabile in altezza. Il calciolo è facilmente smontabile e sostituibile così da adattare la lunghezza della pala (Lop) alla complessione fisica del cacciatore.
Roessler Titan 16: per iniziare
Il modello più economico del segmento è la Titan 16 proposta dall’austriaca Roessler, marchio entrato di recente nella scuderia Bignami. D’impostazione tradizionale, si avvale di una carcassa in acciaio a scatola aperta e di un otturatore a 16 alette in grado di resistere alle sollecitazioni impresse dall’ampia gamma di calibri proposti. Anche in questo caso la canna è sostituibile per fornire la massima modularità al sistema. Due le canne standard proposte ma, addentrandosi nel configuratore offerto dal produttore sul proprio sito, la situazione si fa molto più complessa; nel calibro .308 Winchester, che abbiamo preso a esempio, la scelta della canna spazia su cinque lunghezze, ciascuna declinata in quattro differenti diametri, dai 15 ai 22 millimetri. Senza dimenticare che, su richiesta, è possibile passi di rigatura personalizzati. Rispetto ad altre armi, l’intercambiabilità dei calibri è leggermente più complessa in quanto è richiesta l’asportazione del calcio che, nel caso della Titan 16, è un pezzo unico. Lo scatto è ben realizzato, regolabile sia in termini di peso di sgancio sia di lunghezza della corsa. La sicura è a tre posizioni. Il caricatore è molto ben realizzato in acciaio inossidabile.
Strasser RS 14: la new entry
Concludiamo la rassegna delle straightpull presenti sul mercato nazionale introducendo il modello RS 14 di Strasser, azienda austriaca che si è fatta conoscere anni addietro con il modello RS 05 non più a catalogo ma ancora in distribuzione. Si tratta di un’arma ad azione aperta (l’otturatore compie parte del suo moto all’esterno della carcassa, come nella Blaser) con caratteristiche di modularità non indifferenti. Anch’essa, infatti, consente il cambio del calibro (sostituendo canna e testina dell’otturatore) o solo della canna (vari i profili proposti) mediante il sistema BEST (Barrel Exchenge System) che garantisce velocità operativa e massima ripetibilità delle performance, a tutto vantaggio del cacciatore. L’arma, a differenza di altre recensite, monta di serie mire metalliche, regolabili. Regolabile è anche il pacchetto di scatto, estraibile; è possibile variare la pressione di sgancio su tre valori predefiniti semplicemente spostando un selettore e non manca di stecher alla francese che, indipendentemente dal peso impostato, consente di ridurre la pressione tra 100 e 200 grammi. L’otturatore presenta una testa radiale che va a impegnare la culatta formando una chiusura estremamente salda; si compone di quattro elementi compatti ad alta precisione “a forma di quadrante” in acciaio temperato che, in stato di blocco, intervengono positivamente sull’intera zona di culatta assorbendo le forze in maniera ottimale. La sicura, manuale, è imperniata al corpo dell’otturatore, in posizione posteriore, e va a bloccare il percussore mediante l’azione di un perno verticale. Molto interessante il sistema (proprietario) di aggancio dell’ottica, che garantisce un serraggio saldo su tre punti.