Discutendo il ddl che converte in legge il decreto sulle procedure d’infrazione, la Camera ha approvato la proposta dei relatori e modificato la normativa sulle munizioni in piombo nelle zone umide; ora tocca al Senato.
È difficile dire se la Commissione europea ne sarà soddisfatta, ma la notizia è comunque rilevante: approvando in prima lettura (ora tocca al Senato) il ddl che converte in legge il decreto sulle procedure d’infrazione, la Camera è intervenuta sulla normativa che regola il divieto d’utilizzare le munizioni in piombo nelle zone umide.
Prima del passaggio in aula, dove a nome del governo il ministro Luca Ciriani ha posto la questione di fiducia, le commissioni Giustizia e Finanze s’erano infatti dette favorevoli agli emendamenti dei relatori, che sul tema avevano modificato il testo del governo in quattro punti:
- entro 180 giorni dall’approvazione definitiva, di concerto col ministero dell’Agricoltura e sentito l’Ispra il ministero dell’Ambiente dovrà identificare le zone umide su base cartografica e segnalarle con apposite tabelle;
- i divieti non si applicano per gli spostamenti su autostrade, strade extraurbane principali e secondarie, strade urbane di scorrimento, strade urbane di quartiere «e simili»;
- la sanzione minima per la violazione della normativa sale da 20 a 150 euro, quella massima da 300 a 500; in caso di violazione ripetuta minimo e massimo salgono rispettivamente a 300 e 1.000 euro;
- l’autorizzazione riguarda non più «attività diverse dal tiro», ma «una diversa attività di tiro»: evidente il tentativo di escludere il tiro sportivo dai divieti.
Per l’approvazione definitiva occorre attendere il voto del Senato. È improbabile però che ne arrivino modifiche: sul tema la maggioranza s’è dimostrata compatta; e soprattutto non ci sarebbe tempo (il decreto scade il 15 novembre) per un ulteriore passaggio alla Camera.
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