L’Emilia Romagna ricorrerà al Consiglio di Stato contro l’ordinanza del Tar sul calendario venatorio 2023/2024.
Lo aveva ventilato già alla fine della scorsa settimana, e la possibilità s’era fatta più concreta dopo il confronto con le associazioni venatorie: nelle scorse ore la giunta che governa l’Emilia Romagna ha deciso di presentare appello a tutela del calendario venatorio decapitato dall’ordinanza del Tar, cui comunque chiederà d’anticipare l’udienza di merito al momento fissata a fine marzo; nella vicenda sarà dunque coinvolto anche il Consiglio di Stato.
Nelle prossime ore sarà diffusa una nota che chiarirà che cosa si possa fare nelle prossime due settimane. Nel frattempo l’assessorato sta valutando se recuperare a fine stagione le giornate di caccia alla stanziale perse a settembre; gli uffici tecnici stanno invece lavorando a un documento che rafforzi le motivazioni a supporto delle scelte difformi dal parere Ispra (a questo punto l’obiettivo è mettere in sicurezza la seconda parte della stagione), e tentando di capire se per il 2024 sia possibile ridurre l’importo della tassa regionale.
«Ho chiesto al ministro Lollobrigida» commenta l’assessore Alessio Mammi in una nota «un intervento del governo su una situazione che riguarda anche altre Regioni italiane»; è infatti necessario «ristabilire percorsi legislativi corretti e, all’interno del range stabilito dalla legge 157/92, consentire davvero alle Regioni d’individuare le date d’apertura e chiusura della caccia».
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