Federcaccia, Libera Caccia, Enalcaccia e Anuu migratoristi rispondono all’Arcicaccia che aveva contestato la loro posizione sul calendario venatorio delle Marche 2024/2025.
Era impossibile che la lettera aperta di Gabriele Sperandio, che ha ventilato le proprie dimissioni da presidente regionale dell’Arcicaccia se non si ridurranno i rischi di ricorso contro il calendario venatorio delle Marche 2024/2025 e che ha chiesto quelle dei propri omologhi in caso di sentenza sfavorevole, non provocasse reazioni.
Firmata congiuntamente dai presidenti regionali di Federcaccia, Libera Caccia, Enalcaccia e Anuu migratoristi, la nota di risposta non lascia grande spazio alle interpretazioni: si legge infatti che l’Arcicaccia, di cui non si comprende la mossa di prendere a riferimento soltanto le sentenze sfavorevoli visto che ce ne sono altre («nello stesso Paese, con le stesse direttive e le stesse leggi») di segno opposto, «è contraria a ricercare condizioni migliori per i cacciatori».
Le restrizioni auspicate dall’Arcicaccia «non sono prescritte dalle direttive comunitarie»; al contrario, «sono il frutto di scelte politiche italiane anticaccia, evidentemente condivise dall’Arcicaccia che ha acriticamente avallato, se non indirizzato, il lavoro dell’Ispra anche quando [le sue indicazioni] erano disallineate da altri studi e ricerche, e addirittura dalle disposizioni di altri Paesi europei». Peraltro, e può essere un’indicazione utile per il prelievo del fringuello, a fine gennaio il Consiglio di Stato ha stabilito che l’Ispra non può rifiutarsi di determinare le piccole quantità prelevabili nel regime di caccia in deroga.
Contro gli attacchi ai cacciatori
Per Fidc, Libera Caccia, Enalcaccia e Anuu delle Marche il compito delle associazioni venatorie è contrastare le vessazioni e «i comportamenti pretestuosi e ideologizzati contro i cacciatori». Reclamare gli stessi diritti dei cacciatori europei «non è da sovversivi»; e anche le sentenze sfavorevoli possono essere impiegate bene, visto che dalle motivazioni si comprende quali siano le mancanze da colmare: sta alle Regioni organizzarsi per motivare le delibere, qualora fossero carenti di dati a sostegno.
Le ricerche delle associazioni venatorie possono essere una base di confronto e di critica rispetto ai pareri dell’Ispra; anche su questo Fidc, Libera Caccia, Enalcaccia e Anuu contestano l’Arcicaccia segnalandone la poca produzione scientifica.
È difficile pensare che la controversia si chiuderà qui: se anche nel 2024/2025 per i calendari venatori la legge 157/92 continuerà a prevedere la medesima procedura, di tempo per discutere ce ne sarà in abbondanza.
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