L’Arcicaccia delle Marche risponde alle contestazioni di Federcaccia, Libera Caccia, Enalcaccia e Anuu migratoristi sull’impianto del calendario venatorio regionale 2024/2025.
Non si possono avere sia la preapertura sia la caccia aperta fino al 31 gennaio: l’Arcicaccia delle Marche risponde alle contestazioni di Federcaccia, Libera Caccia, Enalcaccia e Anuu migratoristi, che avevano contestato la posizione del suo presidente Gabriele Sperandio critico sulla bozza di calendario venatorio 2024/2025, e ribadisce che l’obiettivo principale dev’essere «evitare interruzioni anticipate della stagione, e puntare sia alla miglior gestione venatoria possibile delle specie selvatiche e di quelle problematiche, sia alla conservazione del territorio».
L’Arcicaccia delle Marche non ritiene che le restrizioni imposte dalla Direttiva uccelli e dai key concept per la migratoria non siano eccessive; ma di fatto sono quelle, e finché non saranno aggiornate «vanno rispettate, per cercare di evitare blocchi e limitazioni al calendario e consentire ai cacciatori di andare a caccia senza intoppi fino all’ultimo giorno possibile». Il problema dunque s’affronta ed eventualmente si risolve in Europa o al più a Roma, non nelle singole regioni.
Tentativo d’apertura
Per l’Arcicaccia delle Marche non possono essere gli studi scientifici promossi dalle associazioni venatorie a motivare calendari estensivi: spesso infatti servono soltanto «a smentire sistematicamente i dati dell’Ispra e della comunità scientifica internazionale»; ma una mossa di questo tipo provoca «uno scollamento e un peggioramento dei rapporti con tutte le parti sociali». L’Arcicaccia invece lotta «per costruire relazioni utili alla caccia, nell’interesse dei cacciatori e della biodiversità».
Provare a tenere aperta la caccia il più a lungo possibile rischia inoltre d’avere un effetto contrario, come accaduto in Emilia Romagna: le sentenze dei Tar rischiano infatti di rendere il calendario peggiore di quello che sarebbe frutto di un compromesso.
Pur notando che i presidenti regionali delle altre associazioni venatorie hanno ignorato la richiesta di dimissioni qualora un eventuale ricorso contro il calendario andasse a buon fine, l’Arcicaccia prova comunque ad aprire a una collaborazione: la lettera si chiude infatti con un invito a «unire i cacciatori su questi temi».
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