La Confederazione Cacciatori Toscani interviene nella discussione sul calendario venatorio della Toscana, in fase di definizione.
La CCT dice la sua sul calendario venatorio della Toscana in fase di discussione. Lanciando una serie di proposte che intendono suggerire alla giunta Rossi e alla maggioranza di centrosinistra una strada per il 2019/2020. Dopo la sentenza del Tar della Toscana, il primo nodo non può che essere rappresentato dalla preapertura. La Confederazione Cacciatori Toscani confida nel ricorso che ha presentato al Consiglio di Stato e propone due date, 1° e 8 settembre, per la preapertura a tortora, storno, cornacchia grigia, gazza e ghiandaia. Possibilista anche sulla preapertura a tortora del collare e piccione. Per la caccia al colombaccio suggerisce di confermare il periodo compreso tra il 15 settembre e il 31 gennaio. Tradizionale, 1° novembre – 31 gennaio, anche la proposta sulla braccata al cinghiale nelle zone vocate.
La CCT chiede poi alla Regione di differenziare tra cacciatori occasionali e specialisti di allodola e di concedere a questi ultimi 20 abbattimenti giornalieri e 100 annuali. Non può mancare un richiamo alla beccaccia. La richiesta? Chiudere la caccia il 31 gennaio.
Netta infine la contrarierà all’idea che chi è nato dal 1° gennaio 1960 in poi sia obbligato a utilizzare App Toscaccia e il tesserino venatorio digitale. Il disagio e l’aggravio potenziale di costi, commenta la CCT, “non possono essere scaricati sui cacciatori in ragione di presunti risparmi sulla stampa del documento cartaceo”. L’uso consapevole della tecnologia deve essere “creato e promosso”, non imposto.