L’Arcicaccia critica sei passaggi del calendario venatorio della Lombardia 2022/2023.
Il calendario venatorio 2022/2023 non pone certo la Lombardia tra le Regioni all’avanguardia nella gestione della caccia, visto che è dettato soltanto dalla paura dei ricorsi che hanno reso complicate le ultime due stagioni: ne è convinta l’Arcicaccia che una decina di giorni dopo l’approvazione segnala sei punti critici.
L’Arcicaccia contesta: il divieto di caccia a moretta, moriglione, pavoncella e tortora per le quali si poteva prevedere una semplice riduzione di carniere o calendario; la limitazione del carniere del merlo; il divieto di caccia vagante alla migratoria nel mese di settembre; il calendario per la caccia alla quaglia, compreso tra il 1° e il 31 ottobre; i limiti per la caccia alla beccaccia a gennaio (solo due prelievi giornalieri, solo di sabato e di domenica e solo in Atc); e infine la chiusura anticipata della stagione che per tante specie finirà il 19 gennaio.
Chiedendosi se esista lo spazio per un’iniziativa politica utile a rimediare (“troveremo un gruppo di consiglieri regionali che tentino di cambiare le cose e costruiranno attorno a sé una posizione maggioritaria?”) o se ormai la stagione sia segnata, l’Arcicaccia imputa alla Federcaccia un approccio troppo morbido e una sorta di corresponsabilità nella gestione politica della caccia in Lombardia.
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