Ricorsi, sentenze, modifiche in corsa: ecco il riepilogo dei calendari venatori 2022/2023 alla vigilia dell’apertura.
Quattro sono stati modificati dai tribunali amministrativi, due si sono salvati, un altro è tornato alla versione originaria che la giunta regionale aveva in un secondo momento ritoccato: non tutti i calendari venatori 2022/2023 hanno mantenuto la forma originaria.
La situazione più complicata si registra in Umbria, ove fino al 20 settembre il Tar ha sospeso la caccia a tutte le specie tranne che a corvidi, merlo e colombaccio. S’è osservata una discreta tensione anche nelle Marche, ove dopo lo stop parziale alla preapertura s’è atteso il Tar fino a poche ore fa; finale positivo, domenica 18 può prendere il via la caccia a uccelli acquatici, cesena, colombaccio, coniglio selvatico, fagiano, lepre, merlo, pernice rossa, quaglia, tordo bottaccio, tordo sassello e volpe.
È andata meglio rispetto all’anno scorso, ma anche in Lombardia il Tar è intervenuto sul calendario venatorio: è slittata al 1° ottobre l’apertura della caccia a quattordici specie; il 18 settembre si comincia solo con colombaccio, coniglio selvatico, fagiano, minilepre, lepre, merlo, pernice rossa, starna e volpe; i corvidi sono già cacciabili da inizio mese.
Comincia la stagione di caccia 2022/2023
Dopo tre passaggi in tribunale, Tar più due volte Consiglio di giustizia amministrativa, il calendario venatorio della Sicilia ha finalmente assunto una forma definitiva: anche se non in preapertura, dal 18 settembre (chiusura il 29) la tortora è tornata cacciabile; fino al 1° ottobre resta vietato l’utilizzo delle munizioni in piombo per la caccia al coniglio selvatico.
Se confrontato con buona parte del resto del Paese, quanto successo in Sardegna fa decisamente poco male; anche qui comunque è intervenuto il Tar che ha vietato la caccia al moriglione, in linea con quanto indicato dal ministero dell’Ambiente nel 2019.
Ai cacciatori emiliani e romagnoli è andata bene: è vero che durante la discussione le polemiche sono state notevoli, ma una volta approvato il calendario ha retto dinanzi al ricorso delle associazioni ambientaliste.
Singolare quanto accaduto in Campania ove la giunta De Luca ha approvato due calendari e il Tar ha riportato in vigore il primo; dal 18 settembre saranno cacciabili solamente colombaccio, merlo e tortora. Per le associazioni venatorie la modifica al testo originario era sostanzialmente servita a depotenziare il loro ricorso.
È un momento delicato in Toscana: s’è appreso nelle ultime ore che presso il Tar pende un ricorso sul calendario venatorio; in discussione però non c’è l’apertura, ma la data di chiusura della caccia a tordo, cesena, beccaccia e uccelli acquatici; daremo prontamente conto degli eventuali sviluppi su cacciamagazine.it.
Non ovunque però è andata così. In alcune Regioni il calendario venatorio è arrivato indenne alla vigilia dell’apertura: è il caso del Veneto, ove comincia anche la caccia alla beccaccia; ed è il caso anche di Molise e Abruzzo, dove le giunte Toma e Marsilio hanno deciso di ritardare l’apertura a gran parte delle specie.
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