L’Arcicaccia chiede al ministero dell’Ambiente di modificare il decreto con cui, nominando i rappresentanti delle diverse categorie, ha escluso i cacciatori dal tavolo di consultazione sulla strategia nazionale della biodiversità.
Insieme al governo e alle Regioni a discutere della strategia nazionale della biodiversità ci sono gli animalisti, le cooperative, Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Copagri, Confartigianato, Confindustria, Confcommercio, Confesercenti e addirittura Federpesca, ma non i cacciatori: se n’è accorta l’Arcicaccia scorrendo il decreto con cui il ministero dell’Ambiente ha nominato i rappresentanti del cosiddetto tavolo di consultazione.
Per l’Arcicaccia muoversi così equivale a dire che il mondo venatorio «non [ha] un interesse primario nel governo dei processi che si spera porteranno a un miglioramento della qualità dell’ambiente e all’incremento della biodiversità […]. Come si può pensare di non coinvolgerlo, non sfruttare il bagaglio d’esperienza e la passione dei volontari?».
Chiedendo al ministero dell’Ambiente di rimediare «a questa decisione pessima», e dunque d’integrare il decreto di nomina aggiungendoci alcuni esponenti delle associazioni venatorie, l’Arcicaccia critica i cacciatori che «inneggiavano al governo amico: giudicando le azioni più che i proclami e la propaganda, il bilancio ci appare davvero misero».
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