Cacciatori e controllo faunistico non possono più essere separati: primo sì del Friuli alla proposta di legge nazionale a firma Piccin.
La quarta commissione consiliare del Friuli ha approvato la proposta di legge nazionale che intende ufficializzare il legame tra cacciatori e controllo faunistico. Lo si apprende da una nota stampa della Regione. Il provvedimento, prima firmataria la forzista Mara Piccin, dovrà ora essere discusso dall’aula.
Il controllo faunistico «non è caccia» specifica la Piccin: è «tutela del territorio, della salute pubblica e di una parte dell’economia». L’intento primo è potenziare la gestione del cinghiale. La discussione ha evidenziato che i danni provocati dalla specie stanno aumentando vertiginosamente: dai 91 casi del 2018 si è passati infatti ai 218 del 2019.
La proposta prevede che il parlamento metta mano alla legge quadro sulla caccia e consenta di coinvolgere i cacciatori nelle attività di controllo faunistico anche al di fuori delle date vigenti. Il coordinamento sarebbe assegnato alle guardie venatorie dipendenti dalle amministrazioni pubbliche. La Piccin spiega perché abbia scelto questo strumento. «Il progetto di legge nazionale è l’unica possibilità che abbiamo per affrontare il problema»: chi ha tentato di derogare alla 157/92 ha fatto poca strada. Minimi poi i risultati delle misure alternative: a poco è servito, spiega ancora la Piccin, l’utilizzo di fonti luminose, sagome, repellenti.
Il suo auspicio è che, dopo il passaggio in aula, la proposta sia presa in considerazione dal parlamento; «le pressioni delle altre Regioni» potrebbero fare la differenza.