La Federcaccia affida a un video su Facebook la propria posizione nella disputa tra caccia sociale e caccia privata scatenata dal convegno della Coldiretti.
«Non sempre i nemici stanno solo dall’altra parte della barricata», le critiche «sono solo strumentalizzazioni di chi dal cambiamento ha da perdere qualcosa»: la Federcaccia interviene nella disputa tra caccia sociale e caccia privata con un video (l’ha pubblicato su Facebook) che dopo questa presentazione ripropone quanto Ettore Prandini ha detto durante il convegno organizzato dalla Coldiretti, di cui è presidente nazionale, insieme a Fondazione Una, Agrivenatoria biodiversitalia e Federparchi; come Marco Castellani dell’Annu, all’incontro la Federcaccia era presente e lo rivendica dinanzi a chi, come Arcicaccia e Libera Caccia, teme che condividerne le conclusioni rappresenti un impulso alla caccia a pagamento.
La Federcaccia ribadisce che l’articolo 842 del codice civile, quello che consente l’accesso dei cacciatori ai fondi privati, non è in discussione; è però opportuno fare rete col mondo delle associazioni agricole (e indirettamente anche delle riserve) per «contrastare chi ha demonizzato i cacciatori»; per gestire il territorio secondo scienza e non ideologia; diffondere «il consumo di carne di selvaggina fra la popolazione»; raccontare «nelle scuole e ai giovani» l’impegno dei cacciatori. Per la Federcaccia il protocollo firmato alla presenza del ministro Lollobrigida tenta di rispondere a una serie di domande che i cacciatori formulano da tempo.
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