Caccia Magazine n.8 agosto 2022: tradizione, passione e business.
Caccia Magazine n.8 agosto 2022: l’editoriale – Caccia Magazine agosto 2022 ha l’ambizione di aprire la caccia con qualche settimana d’anticipo rispetto all’attesissima terza domenica di settembre. Lo facciamo perché insieme a tutti gli appassionati di caccia vogliamo condividere il clima che si crea alla vigilia dell’apertura della stagione, caratterizzata da quel mix difficile da spiegare di spasmodica attesa, tensione, felicità.
Abbiamo voluto anche offrire un contributo (speriamo) utile per coloro che ancora devono sistemare le ultime cose. C’è chi dalla fine della passata stagione sta ancora riflettendo se sostituire il vecchio fucile o chi, con un pizzico di scaramanzia, è in attesa delle cartucce nuove; e c’è chi deve rifarsi il guardaroba in vista della stagione autunnale e invernale. Per questo, abbiamo selezionato e raccolto in più di venti pagine il meglio che produttori e importatori italiani hanno presentato nelle fiere di settore della primavera scorsa: fucili a canna liscia e carabine a canna rigata; munizioni; cannocchiali di puntamento e termici; abbigliamento, calzature e accessori.
Abbiamo cercato il meglio, creando un rapido e ricco catalogo, per farvi iniziare la nuova stagione venatorio nel migliore dei modi. Vorremmo che i cacciatori affrontassero il periodo più atteso dell’anno con lo spirito giusto, con la consapevolezza che la caccia esiste e continuerà a esistere; non c’è un solo motivo per il quale non dobbiamo essere fieri di un’attività che meglio di tante altre incarna passione, tradizione, rispetto.
Valore economico in crescita
Lo scriviamo noi, ma lo confermano anche gli studiosi con i loro indiscutibili numeri. È quanto è emerso dalla ricerca effettuata dall’università Carlo Bo di Urbino incentrata sui dati dell’industria armiera per uso civile. Nel 2019 in Italia si è misurata una crescita del +3% rispetto al 2016 e quantificato in 7,5 miliardi di euro il valore diretto e indiretto del settore (+3%). Di tutto rispetto anche il valore totale del settore, che contribuisce per lo 0,42% al pil del nostro Paese. Questi dati sono sufficienti per fotografare un settore che è anche una realtà economica, aspetto sistematicamente eluso da chi la caccia la vorrebbe vedere sparire.
Per completare il quadro offerto dagli studiosi dell’università di Urbino è utile anche aggiungere il valore economico diretto del settore, che comprende la produzione di armi e munizioni e i distributori e che ammonta a quasi un miliardo di euro; il saldo import-export è molto positivo, l’86,8% del valore industriale della produzione è destinato ai mercati esteri. L’indagine ha calcolato anche il valore dei settori collegati alle attività sportive del tiro e della caccia, che nel periodo di riferimento hanno generato un valore economico diretto e indiretto di quasi sei miliardi di euro.
Un settore di punta
Rispetto al 2016 anche la spesa sostenuta da tiratori e cacciatori è aumentata (+3,1%), per un totale di oltre tre miliardi di euro. Molto importante anche il dato relativo al numero di occupati del settore armi e munizioni (compreso l’indotto), che occupa 19.000 addetti; se si considerano anche i settori correlati della caccia e del tiro, le persone impiegate sono oltre 80.000.
Quello legato al mondo della produzione di armi, munizioni, abbigliamento e calzature rappresenta uno dei settori di punta del sistema manifatturiero italiano per quel che riguarda l’innovazione, il design e la qualità delle lavorazioni; vi si fondono tradizione e tecnologica, permettendo alle imprese di affermare i loro marchi nei mercati mondiali. In bocca al lupo a tutti i cacciatori italiani.
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