Caccia Magazine n.7 luglio 2022: la Face chiama, l’Europa…
Caccia Magazine n.7 luglio 2022: l’editoriale – La Face, che attraverso le 37 associazioni venatorie nazionali affiliate rappresenta quasi sette milioni di cacciatori di tutta Europa, ha lanciato un’iniziativa con la quale reclama un ruolo centrale per i cacciatori nei progetti futuri che l’Unione europea si appresta a varare in fatto di difesa dell’ambiente naturale. Il progetto di Face si chiama The European Hunters’ Campaign e l’obiettivo provo a sintetizzarlo in questo modo: care istituzioni politiche comunitarie, basta far cadere dall’alto decisioni prese nelle stanze del potere a Bruxelles.
È arrivato il momento di coinvolgere in modo attivo il mondo venatorio nella discussione di leggi e regolamenti in fatto di biodiversità e conservazione; di attribuire ai cacciatori un ruolo propositivo; di riconoscere al mondo venatorio nel suo complesso una preparazione da sfruttare per affrontare e risolvere questioni delicate che hanno ripercussioni non soltanto sul mondo della caccia, ma su tutti i cittadini europei.
Per dare forza a questo progetto, la stessa Face chiama a raccolta tutte le associazioni venatorie nazionali che ne costituiscono l’anima (quelle italiane sono Federcaccia, Anuu migratoristi, Enalcaccia, Libera Caccia) perché diffondano a macchia d’olio l’invito a firmare la petizione; io l’ho fatto, è semplicissimo, basta accedere alla pagina Internet appositamente creata e in pochi secondi ogni cacciatore può aderire, dando forza all’iniziativa.
Torbjörn Larsson, presidente Face, è stato chiaro. «Stiamo affrontando sfide mai viste, ma le istituzioni europee non coinvolgono i cacciatori nelle loro discussioni. Questa campagna è un invito a lavorare insieme a noi cacciatori». «Per risolvere i problemi della biodiversità in Europa» ha aggiunto David Scallan, segretario generale Face, «servono azioni energiche; e i cacciatori europei devono far parte della soluzione».
Una firma per essere coinvolti
Vorrei che i cacciatori italiani non sottovalutassero il tema e non snobbassero questa raccolta firme (abbiamo sei mesi di tempo) con un quanto mai scontato “tanto non serve a niente”. È utile sapere che l’80% delle norme che incidono sulla caccia e sulla conservazione provengono da Bruxelles; e spesso sono portatrici di grossi problemi per i cacciatori europei. Una raccolta firme, per di più digitale quindi con scarsissima, se non nulla, perdita di tempo, nella peggiore delle ipotesi non dà i frutti sperati. I cacciatori devono essere o, meglio, diventare protagonisti chiave delle politiche di conservazione. La prima campagna di caccia e conservazione promossa dalla Face è una sfida lanciata alle istituzioni politiche europee.
I cacciatori europei vogliono:
- un’Europa ricca di biodiversità a disposizione di tutti;
- che le politiche sulla natura incentivino il lavoro di conservazione svolto dai cacciatori, anche nelle aree protette;
- che le leggi comunitarie sulla natura perseguano risultati per gli ecosistemi e gli habitat per la piccola selvaggina, in particolare le zone umide e le terre coltivate;
- un approccio alla caccia più obiettivo e basato su evidenze e tradizioni venatorie regionali;
- valutazioni accurate delle popolazioni di grandi carnivori basate su criteri adeguati e una procedura per modificare il loro elenco;
- non essere considerati come un problema, ma essere riconosciuti come parte della soluzione per la conservazione della natura;
- che le decisioni che riguardano la caccia siano eque e offrano vantaggi evidenti, rispettando i principi di sussidiarietà e proporzionalità;
- che il patrimonio culturale legato all’attività venatoria sia rispettato.
Non possiamo lasciare il pallino agli altri per poi lamentarci. Dobbiamo impegnarci e diventare soggetti attivi, proporre progetti, trovare soluzioni. A volte può bastare anche una firma.