Caccia Magazine n.4 aprile 2022: moderare il rumore si può
Caccia Magazine n.4 aprile 2022: l’editoriale – La proposta di Francesco Bruzzone di consentire anche in Italia l’impiego dei moderatori di suono nelle operazioni di contenimento del cinghiale è passata quasi sotto silenzio, soprattutto da parte dei giornaloni. Non è partita la puntuale crociata contro i cacciatori italiani che, come da copione, sarebbe ben presto deragliata nei luoghi comuni dell’Italia a mano armata e della (presunta) corsa ad armarsi degli italiani.
L’idea di Bruzzone, responsabile del Dipartimento per la fauna selvatica della Lega, fa riferimento a un impiego molto specifico; potrebbe però essere estesa a tutta la caccia con armi a canna rigata, a partire da quella di selezione.
Bruzzone non si è limitato a una dichiarazione di intenti; ha infatti inoltrato la propria richiesta con un atto ufficiale chiedendo al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese di valutare “azioni di miglioramento volte a implementare l’efficacia del contenimento delle popolazioni di cinghiale; il suo incremento, ormai incontrollabile in molte aree del Paese, rischia di incrementare ulteriormente i danni all’agricoltura, alla zootecnia, all’incolumità pubblica e alla biodiversità”. La richiesta principale riguarda proprio la liberalizzazione dei moderatori di suono, strumenti utili per aumentare l’efficacia dei prelievi e ridurre il disturbo alle altre specie. In particolare, Bruzzone ha richiesto al ministro di autorizzare l’impiego di “dispositivi per attenuare il rumore causato dallo sparo” nelle operazioni di contenimento del cinghiale “ai sensi dell’articolo 19, comma 2, della legge 157/92, prevenendo ed eliminando nel contempo gravi pericoli per la sicurezza, a tutela dei cittadini”.
Una proposta concreta
La proposta di Bruzzone va accolta con grande interesse; anche perché, come spesso avviene, l’Italia sarebbe tra gli ultimi Paesi europei ad adottare una decisione del genere. In Germania, per esempio, da anni un crescente numero di land ha approvato i moderatori tra gli strumenti ammessi nell’attività venatoria; anche la Francia ha aperto al loro impiego; per ultimo, nel settembre 2019, è toccato al governo del Portogallo dare il via all’impiego a caccia dei moderatori.
Proprio dalle nuove disposizioni adottate dal Portogallo è arrivato un involontario suggerimento che potrebbe essere studiato anche dal legislatore italiano. Qui è infatti possibile acquistare moderatori di suono destinati all’attività venatoria, a patto che la riduzione dell’impronta sonora non ecceda i 50 decibel. Oltre tale soglia, la legge considera questi strumenti veri e propri “silenziatori”, la cui vendita continua a essere proibita. Quello dei limiti sulla riduzione di decibel potrebbe essere un discrimine da esportare anche in altre legislazioni; in Italia attualmente è proibita la commercializzazione di qualsiasi strumento atto ad attenuare il suono dello sparo senza alcun distinguo.
In linea con l’Europa
La liberalizzazione dei moderatori è stata accolta con entusiasmo dai cacciatori di tutti quei Paesi in cui è stata introdotta una legislazione che ne consente la detenzione e l’impiego a caccia. L’adozione di tali strumenti presenta aspetti positivi soprattutto per chi cacciatore non è; la riduzione della rumorosità al momento dello sparo consentirebbe infatti una caccia di selezione più compatibile con l’ambiente circostante e limiterebbe il disturbo arrecato alle persone che frequentano boschi e spazi verdi con altre finalità oltre alle altre specie animali. La Germania, la Francia, l’Austria, il Portogallo, praticamente tutti i Paesi del Nord Europa: l’Italia è attualmente uno dei pochissimi Paesi del Vecchio continente, insieme alla Spagna, a proibirne l’impiego.
Ma prima che detrattori e disarmisti si inalberino immaginando la diffusione esponenziale del bracconaggio, va preventivamente ricordato che il rumore dello sparo, con i limiti previsti dalla normativa, ma anche dall’attuale livello tecnico dei moderatori introdotti sul mercato civile, non può essere completamente “silenziato”, ma soltanto reso meno molesto sulla distanza. E questo è un passaggio fondamentale per arrivare anche in Italia all’adozione di provvedimenti simili; l’aspetto tecnico prevarrebbe infatti sulla retorica politica e demagogica in materia di legislazione armiera.
Giulio Orlandini
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