Nell’Europa occidentale il mondo della caccia si muove secondo traiettorie simili: lo dimostra la lettera inviata dalla Real Federación Española de Caza al nuovo governo Sánchez.
Dopo aver fatto fallire il tentativo di Núñez Feijóo ed esser riusciti a formare il governo, Pedro Sánchez e il Psoe devono mantenere gli impegni assunti nel corso della campagna elettorale e «continuare a promuovere un’attività fondamentale a livello economico, sociale, ambientale e culturale»: la lettera che Manuel Gallardo, presidente della Real Federación Española de Caza, ha inviato a Luis Planas, Teresa Ribera, María del Pilar Alegría e Pablo Bustinduy, ministri rispettivamente dell’Agricoltura, della Transizione ecologica, dell’Istruzione e dello sport e dei Diritti sociali nel terzo governo Sanchez, in carica da un paio di settimane, segnala che in Europa il mondo della caccia ha sempre gli stessi pensieri e gli stessi problemi.
Ovunque è infatti fondamentale ottenere un riconoscimento ufficiale da parte del governo, e soprattutto lavorare per rendere difficoltosa l’approvazione di provvedimenti ostili; è per questo che la Real Federación Española de Caza, l’equivalente della Federcaccia italiana, chiede d’essere coinvolta nella discussione delle misure che direttamente o indirettamente possano incidere sull’esercizio della caccia.
Nel corso della campagna elettorale il Partito socialista s’era espresso sulla necessità di difendere i cacciatori spagnoli in Europa, di valorizzare il ruolo della caccia nella gestione faunistica, di sviluppare un piano nazionale di gestione del lupo e di studiare misure agroambientali utili a migliorare lo stato della piccola selvaggina stanziale.
La Real Federación Española de Caza auspica che le promesse siano rispettate e che Bustinduy, esponente di Sumar, non segua le parole d’ordine di Podemos che nella scorsa legislatura s’era distinto per alcune posizioni animaliste e anticaccia.
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