Caccia in braccata: l’assemblea legislativa dell’Emilia Romagna si è espressa sulle risoluzioni presentate da Partito democratico, 5 Stelle e Fratelli d’Italia.
La giunta Bonaccini dovrà spingere Ispra e il governo a riconoscere la caccia in braccata come forma di controllo del cinghiale. Il consiglio regionale dell’Emilia Romagna ha infatti approvato la risoluzione del Pd, primo firmatario Gian Luigi Molinari, sulla quale si è a lungo dibattuto nel corso dell’estate.
Durante la medesima seduta l’assemblea si è espressa anche su due diverse risoluzioni di 5 Stelle e Fratelli d’Italia, entrambe respinte. Con la prima, presentata da Giulia Gibertoni, si chiedeva alla giunta di vietare tout court “il metodo crudele della braccata” e di coinvolgere gli animalisti nei tavoli di discussione sulla caccia al cinghiale. Di segno opposto l’atto d’indirizzo presentato dall’opposizione di destra. Michele Facci e Giancarlo Tagliaferri volevano infatti che la giunta valorizzasse il ruolo delle squadre di cinghialai nella gestione del territorio, specie sull’Appennino bolognese. La selezione, sostiene Fratelli d’Italia, può solo integrare, non sostituire la caccia collettiva.
Il commento dell’assessore Simona Caselli (Pd) spiega il senso delle tre votazioni. «Bisogna trovare una soluzione», commenta a margine del consiglio, anche nei tre mesi dell’anno in cui non si caccia in braccata.