La caccia in Africa è una delle principali forme di reddito per le comunità locali e favorisce la conservazione della biodiversità; se n’è discusso al parlamento europeo.
La caccia in Africa non è riducibile alla caccia ai trofei, se con questa definizione s’intendono poche specie simboliche; riguarda invece perlopiù specie comuni e particolarmente diffuse che in questo modo rappresentano concretamente una forma di reddito per le comunità locali e uno stimolo ad attività di conservazione. È una delle principali conclusioni emerse dal convegno che l’Intergruppo biodiversità, caccia e cultura rurale ha organizzato al parlamento europeo insieme a Face, Cic, Safari Club International, Dallas Safari Club ed European Landowners’ Organization.
È inoltre necessario basare sulla scienza ogni eventuale provvedimento che imponga limiti alla caccia e all’importazione dei trofei; e poi coinvolgere le comunità locali nelle decisioni sulla gestione e l’uso delle risorse naturali. Pohamba Shifeta, ministro dell’Ambiente della Namibia, ha sottolineato che la caccia rende più facile la coesistenza con la selvaggina e favorisce progetti di sviluppo e di conservazione; anzi, «la caccia è conservazione, la conservazione è caccia». È anche per questo che in Africa tanti detestano i movimenti internazionali che, resi noti da alcune celebrità, spingono per ridurre o vietare la caccia.
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