Caccia e controllo faunistico di nuovo in primo piano: la Liguria dice sì al coinvolgimento dei cacciatori nelle operazioni di polizia. Saranno utili soprattutto per la gestione del cinghiale.
La storia del rapporto tra caccia e controllo faunistico si arricchisce di un altro capitolo, ambientato là dove tutto aveva avuto origine. A distanza di quasi quattro anni dalla sentenza della Corte costituzionale che li tagliò fuori, la Liguria torna a coinvolgere i cacciatori nelle operazioni di polizia faunistica. Lo fa, dopo la decisione sulla legge toscana che ha reso evidente il nuovo orientamento costituzionale, grazie all’emendamento della maggioranza al disegno di legge regionale 65.
Sarà dunque possibile avvalersi delle squadre di caccia “per le attività di controllo faunistico che si limitano all’impiego di metodi ecologici”, di fatto l’allontanamento coi cani, e coinvolgere direttamente i cacciatori formati nell’esecuzione dei piani d’abbattimento. La titolarità dell’incarico rimane ovviamente in capo al Nucleo regionale di vigilanza faunistico-ambientale che potrà coinvolgere Atc e Comprensori alpini.
Non è l’unico argomento a tema caccia su cui si è espresso il consiglio regionale. Nella stessa seduta è stato infatti sancito il divieto di usare e detenere richiami vivi non identificati. È necessario l’impiego di “un anello inamovibile numerato, rilasciato o riconosciuto dalla Regione”.
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