Federcaccia Umbria chiede che la caccia collettiva al cinghiale sia possibile da ottobre 2020.
Mentre da più parti ci si interroga sulle possibili modifiche cui potrà essere sottoposta la caccia collettiva al cinghiale, Federcaccia Umbria critica le scelte della Regione che nella prima versione del calendario venatorio ne fissa l’inizio al 1° novembre. Nelle intenzioni della giunta Tesei, a ottobre 2020 la caccia al cinghiale sarà consentita solo in forma singola.
La Fidc rileva tre criticità in quest’approccio.
- Si mettono a rischio le colture, da tutelare anche a ottobre: storicamente è un mese in cui l’efficacia della braccata è massima. L’emergenza sanitaria in corso sta già comprimendo gli spazi per il contenimento, in pieno autunno si rischia di avere una situazione fuori controllo.
- Si inducono i cacciatori a concentrarsi su altre specie, ma ciò può essere un rischio per la biodiversità.
- Di fatto, la caccia al cinghiale si estende per quattro mesi (singola da ottobre, collettiva fino a fine gennaio) tradendo lo spirito della legge.
Per la caccia collettiva al cinghiale la Federcaccia chiede dunque di tornare al vecchio calendario, ottobre-dicembre. Qualora non si dovessero raggiungere le quote stabilite, nel mese di gennaio sarebbe possibile prevedere delle battute specifiche a completamento dei piani.
Nella controversia non c’è solo la braccata. La Fidc Umbria contesta infatti anche la data di chiusura della caccia alla lepre (deve arrivare perlomeno al 13 dicembre) e chiede che l’addestramento cani sia possibile fino al 17 settembre, escluse ovviamente le giornate di preapertura.
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