Dopo la riunione del tavolo tecnico del ministero dell’Ambiente l’Arcicaccia ha fornito qualche anticipazione sulla caccia alla tortora nella prossima stagione.
La Commissione europea ha chiesto di chiudere la caccia alla tortora nella rotta orientale, quella che comprende tutte le regioni italiane tranne Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta, ma il governo Meloni non è d’accordo; lo fa sapere l’Arcicaccia che con Gabriele Sperandio, responsabile del comitato scientifico, ha partecipato a una riunione online del tavolo tecnico del ministero dell’Ambiente.
Considerato il declino della specie, l’Europa chiede una chiusura precauzionale perché trova carenti sia la rendicontazione completa dei prelievi sia i risultati del censimento della popolazione nidificante; ma il governo non è d’accordo, data l’adozione del piano nazionale di gestione; d’altra parte i dati disponibili suggeriscono che il prelievo, esiguo, non influenzi negativamente la crescita demografica della specie. Perché questa posizione sia sostenibile è però necessario che le regioni ancora inadempienti rispettino le azioni previste dal piano e provvedano a rendicontare il prelievo. Dopo la riunione che la Commissione europea ha convocato per maggio si saprà se nella rotta orientale la tortora resterà cacciabile.
Nessuna speranza invece per la rotta occidentale, nella quale almeno nel 2023 la caccia resterà chiusa; ci s’attende qualche spiraglio per il 2024, a patto d’implementare il piano di gestione e migliorare il monitoraggio della specie nell’area.
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