Federcaccia invita le Regioni a non considerare le richieste di animalisti e ambientalisti che spingono per il divieto di caccia alla tortora.
Carniere dimezzato, non divieto: le istituzioni europee hanno deciso di consentire la caccia alla tortora nella prossima stagione, quantomeno nell’areale centro-orientale (vi ricade tutta l’Italia tranne Piemonte e Liguria). E dunque non si capisce il senso della lettera che alcune associazioni animaliste e ambientaliste hanno inviato alle Regioni per chiedere di escludere la specie dai calendari venatori. Lo dice Federcaccia che ricorda che le Regioni stanno già recependo le indicazioni di Bruxelles riducendo i carnieri, le giornate di preapertura e la durata della stagione. (A proposito: avete letto l’articolo di Massimo Marracci sulla caccia agli estatini?).
“È indubbiamente un sacrificio” si legge nella nota di Federcaccia “ma comunque preferibile all’assoluto divieto di prelievo”; e in ogni caso “la riduzione interesserebbe solo questa stagione, in attesa di rivedere i dati”. La pressione degli anticaccia su assessori e funzionari regionali è dunque inaccettabile e rende impossibile il dialogo col mondo dell’animalismo e dell’ambientalismo; e sì che gli argomenti di cui parlare ci sarebbero, a partire dalla “conservazione della biodiversità”.
La Federcaccia si è già attivata presso le Regioni; le ha sollecitate a recepire la proposta della Commissione europea e “invitate a non tenere in considerazione le argomentazioni inconsistenti e tendenziose” delle sigle anticaccia.
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