La peste suina africana affianca problemi radicati: la giunta regionale tenta di rendere più efficace la caccia al cinghiale in Piemonte.
Il prelievo in selezione diventa possibile anche di notte, a patto che s’utilizzino strumenti per la visione notturna: lo prevede l’ordinanza firmata dal vicepresidente regionale Fabio Carosso che per conto del presidente della giunta Alberto Cirio ha deciso di ritoccare la disciplina sulla caccia al cinghiale in Piemonte; il provvedimento s’inserisce all’interno di un quadro più ampio, finalizzato al depopolamento della specie a causa della diffusione della peste suina africana su parte del territorio. La distanza minima di appostamenti e altane dal confine delle aree protette scende da 300 a 50 metri.
Per rendere più efficace la gestione del cinghiale, l’ordinanza prevede inoltre che chi intende cacciare in un Atc o in un comprensorio alpino diverso da quello d’ammissione dovrà semplicemente presentare richiesta d’autorizzazione all’ente gestore, che la rilascerà entro 48 ore senza spese ulteriori. E chi chiede d’essere abilitato alla caccia di selezione non avrà più l’obbligo di presentare l’attestato della prova di tiro; peraltro dal 10 settembre i corsi d’abilitazione dovranno tenersi ogni due settimane.
Il provvedimento coinvolge anche la braccata (salta il vincolo d’iscrizione esclusiva a una squadra) e il controllo faunistico: nell’elenco dei coadiutori cui la Regione sta lavorando e che aggiornerà ogni due settimane entrano infatti anche i cacciatori formati; i proprietari e i conduttori di fondi potranno contattarli per chiedere un intervento immediato.
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