La giunta regionale ha stabilito nuove disposizioni per la caccia al cinghiale in Liguria: le rende necessarie la presenza del virus della peste suina africana.
La presenza del virus della peste suina africana ha costretto la giunta Toti a definire nuove disposizioni per la caccia al cinghiale in Liguria. Dopo l’ultima delibera la carne dei cinghiali abbattuti nella zona di restrizione I dovrà essere sottoposta ad apposito campionamento sanitario; potrà poi essere destinata all’autoconsumo soltanto nella medesima zona o in zona II, ove peraltro il prelievo sarà consentito soltanto dopo il confronto tra l’Atc e l’Asl territorialmente competente; sarà in questa sede che si decideranno il numero degli abbattimenti e le modalità di stoccaggio, campionamento e smaltimento delle carcasse.
Delle squadre collettive dovranno inoltre far parte uno-due cacciatori formati dall’Istituto zooprofilattico o dall’Asl: spetterà a loro assicurarsi che il campionamento delle carcasse si compia nel modo corretto e che gestione e stoccaggio rispettino rigorosamente le misure di biosicurezza.
«Abbiamo cercato di condensare un nucleo di regole operative chiare per rendere possibile la ripresa della stagione venatoria senza allentare sulla sicurezza»; per Alessandro Piana, vicepresidente con delega all’Agricoltura, è la strada giusta per «scongiurare dannose chiusure o restrizioni». La giunta ringrazia i cacciatori «che ancora una volta hanno accolto con grande responsabilità le indicazioni ministeriali e regionali».
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