Con una nota ufficiale della presidenza, Arcicaccia commenta la sentenza del Tar della Toscana che sospende la braccata al cinghiale come forma di controllo.
Se ne esce solo con l’unità tra cacciatori e agricoltori: Piergiorgio Fassini, presidente nazionale Arcicaccia, prende posizione sulla sentenza del Tar Toscana che sospende la braccata al cinghiale come forma di controllo faunistico. “Solo una presa di posizione forte e compatta”, si legge nella nota della presidenza nazionale, “può far breccia nell’opinione pubblica”. E solo così si può persuadere la politica a intervenire. Arcicaccia infatti ne è convinta: la situazione, non solo toscana, può sciogliersi solo con un intervento legislativo. Spetta al governo, ma più ancora al parlamento, mettere i cacciatori “in condizione di operare” senza l’ostacolo dei continui ricorsi. L’opera dei cacciatori, sottolinea l’associazione venatoria, ha un impatto decisivo a livello pubblico. Ecco perché dovrebbe essere agevolata, non sabotata. Nel frattempo, Arcicaccia si è già detta disponibile a dare il proprio apporto “legale e tecnico” perché la Regione Toscana possa risolvere il caso braccata al cinghiale.