Vento dal nord
Non si può negare che la cultura ambientale made in Italy abbia bisogno di essere, per così dire, aggiornata. E se da un lato il mondo della caccia italiano contribuisce in grande misura alla formazione di una cultura ambientale laica e moderna, sfuggendo all’errata equazione ambientalismo = animalismo, per altri aspetti siamo ancora in rincorsa rispetto a quanto accade oltre i nostri confini.
Sulla questione delle munizioni in piombo il dibattito, si sa, è sempre molto attuale. E dopo aver dato uno sguardo ai termini della discussione oltre oceano, riportando nell’editoriale del n° 2 2020 di Beccacce che Passione quanto scritto dal biologo e cacciatore Ryan Lisson sull’evolversi della “questione piombo” negli Stati Uniti, riprendiamo il filo del discorso dando evidenza alla dichiarazione congiunta sul futuro delle munizioni da caccia resa pubblica dal Game & Wildlife Conservation Trust e sottoscritta dal presidente del Gwct stesso, dal consigliere delegato della British Game Alliance, dall’amministratore delegato della British Association for Shooting & Conservation, dall’amministratore delegato della Countryside Alliance, dal vice presidente Cla (associazione dei proprietari terrieri e dei titolari di aziende delle zone rurali dell’Inghilterra e del Galles), dal direttore della Moorland Association, dal presidente della National Gamekeepers Organisation, dall’amministratore delegato di Scottish Land & Estates e dal direttore della Scottish Association for Country Sports.
In sostanza dai rappresentanti di associazioni, sodalizi e organizzazioni che nel Regno Unito si occupano della gestione del territorio rurale, della fauna selvatica, di caccia e tiro sportivo che auspicano, con voce corale, che nell’arco dei prossimi cinque anni si abbandoni l’uso del piombo e della componentistica in materie plastiche monouso nelle munizioni da caccia. Questo perché ritengono che i portatori di interesse del comparto venatorio debbano mantenere un ruolo primario nella tutela e nella conservazione di fauna e ambiente. La sostenibilità della caccia è, quindi, di massima importanza a questo scopo.
Dopo il bando delle munizioni in piombo per la caccia nelle zone umide, oggi – si legge nel comunicato congiunto pubblicato sul sito del Gwct – è prioritario un ulteriore, seppur graduale, balzo in avanti in questa direzione. Di recente, ci sono stati sviluppi significativi nella qualità, nell’efficacia e nella disponibilità delle cartucce da caccia lead free e attualmente sono in commercio anche borre-contenitore biodegradabili per pallini d’acciaio che garantiscono le stesse prestazioni delle munizioni contenenti il piombo (interessante, tra le altre, la produzione di munizioni biodegradabili della spagnola Bio Ammo). I progressi in questo senso continuano a un ritmo sempre più rapido in risposta alla domanda di un mercato in evoluzione e dimostrano che, nei prossimi anni, è possibile passare all’utilizzo di munizioni ecologiche senza che l’attività di caccia venga in qualche modo penalizzata.
“Chiediamo congiuntamente ai nostri membri – concludono i firmatari dell’appello –di impegnarsi in questo passaggio e di lavorare con noi, in collaborazione con la Gun Trade Association e con i produttori di cartucce, per garantire che vengano sviluppate ulteriori alternative valide per la caccia a 360 gradi. Questa è sicuramente un’opportunità da non perdere per garantire che la reputazione della comunità venatoria come primo attore nella tutela della fauna e del territorio acquisti ulteriore credibilità”.
Oggi, dunque, anche la caccia può ambire a una svolta ecologica che riduca l’impatto della pratica venatoria sull’ambiente, per essere sempre più inattacabile in quanto attività sostenibile. Ma al di là dello scatto in avanti che la tutela e la conservazione dell’ambiente, nonché una coscienza moderna e illuminata di chi pratica la caccia, paiono richiedere con voce sempre più forte, tutto questo si può trasformare anche in un’ottima opportunità di business.
Esplorare nuovi mercati offrendo prodotti tecnologicamente all’avanguardia è senza dubbio un’occasione per le aziende del settore che potrebbero così rispondere a un’esigenza di mercato crescente.
L’emergenza sanitaria che ha toccato il mondo intero, se da una parte ci ha costretto alla limitazione della nostra libertà personale, dall’altro ci ha obbligato ad allargare gli orizzonti e a uscire dall’ordinario per continuare a condurre, almeno in parte, una serie di attività con modalità fino a qualche mese fa impensabili. E non che queste modalità non esistessero già, soltanto che, come sempre, è l’occasione che fa l’uomo ladro. E si è scoperto improvvisamente che molte cose possono essere portate avanti anche attraverso altre strade, spesso risultate vincenti. Forse allora, facendo di necessità virtù, anche la caccia può essere traghettata verso un futuro più roseo presentandola all’opinione pubblica come attività sempre più sostenibile e cogliendo, allo stesso tempo, una lungimirante opportunità di business senza rincorrere una progettualità che guardi esclusivamente al breve-medio termine. Perché il futuro, anche quello della caccia, appartiene a coloro che già oggi si preparano per esso.
© Viviana Bertocchi
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