Editoriale
Sfida ai super poteri
Il mondo è bello perché è vario, si dice. E in ossequio al politically correct che ormai permea la nostra società si dice anche che tutte le opinioni sono rispettabili. Già, si dice. E quindi, proprio nel rispetto di questo paradigma, ne voglio riportare una di opinione, citandola pedissequamente nella “meravigliosa” (e il virgolettato è voluto) lingua di Dante in cui è scritta, di un follower della nostra pagina Facebook Beccacce che Passione.
«Il la rivista non si può più comprare visto che, invece di parlare di Beccacce, si parla di foto x parecchie pagine di pseudo cacciatori che non sanno nemmeno come vola!!!!!! Io sono in possesso dal Primo numero uscito, ed era un piacere! Così com’è diventato! Contenti Voi!!!!». Questo commento è apparso sotto un post che presentava un articolo pubblicato su Beccacce che Passione dedicato a un particolare sovrapposto da caccia, una novità interessante per i cacciatori cinofili.
Vista la non opportunità del commento, fuori tema rispetto al contenuto del post, e nel rispetto delle regole di comportamento che i social richiedono, abbiamo tagliato corto: «il suo commento è completamente off topic. Risponderemo in un post dedicato nel rispetto di chi sta seguendo l’argomento qui proposto. Buona serata».
L’educazione, però, non è un’opinione e dunque, posso dire manifestando una certa maleducazione, il follower di Facebook ha continuato imperterrito: «off siete Voi, non Voglio Risposte, non Comprerò, né farò Comprare una pseudo rivista che di Beccaccia non ha più niente, solo Sponsor».
Inutile continuare e non abbiamo risposto in quel contesto, ma ritengo giusto e doveroso rispondere almeno qui.
Sfidando i super poteri di chi ritiene di poter orientare le scelte di coloro che fanno acquisti in edicola e sorvolando sul perentorio giudizio in merito alla qualità dei contenuti proposti da questa rivista e sul lavoro della nostra redazione (come detto, tutte le opinioni sono rispettabili, non certo il modo, però, in cui sono espresse) rimetto al vostro di giudizio due considerazioni. A che titolo i lettori che inviano le loro foto per il piacere di vederle pubblicate su Beccacce che Passione, spinti dalla voglia di condividere una passione importante, devono essere tutti, senza distinzione, additati come pseudo cacciatori che non sanno nemmeno come vola una beccaccia? E a che titolo l’“amico” di Facebook considera solo sponsor (fate anche voi lo sforzo di interpretare il significato maldestramente espresso da questa sorta di perifrasi) quanto scritto sulle pagine della rivista?
Continuando con la serie di assiomi dei nostri tempi, si dice anche che la forma sia sostanza. Bene, allora ne consegue che l’arroganza e la mancanza di rispetto hanno un significato: nel caso in questione stanno a significare l’incapacità di contribuire, seppur con una critica (ma una critica costruttiva deve essere bene espressa e argomentata), a una comunità, quella di Beccacce che Passione, che nel tempo si è impegnata a difendere un’idea di caccia sostenibile, una comunità che unisce noi che lavoriamo in redazione e coloro che ci supportano con i loro contributi, la loro partecipazione e anche talvolta con le loro critiche (costruttive).
Stiamo quindi riuscendo nell’intento di creare un gruppo che sostenga con fatti e parole la caccia che ci piace? Posso dire che da parte nostra ci mettiamo tutto il nostro impegno, la nostra onestà intellettuale, la nostra professionalità e la nostra passione, e che da parte vostra il riscontro e la partecipazione sono sempre stati attivi, propositivi e talvolta anche audaci, così da spingere il nostro gruppo a continuare a seguire la strada del politically incorrect arrivando, quando è stato necessario, anche a prendere le distanze da quello che del nostro mondo non ci piace.
Non siamo certo eroi e non abbiamo nessun super potere ahimé, ci impegniamo semplicemente a fare quello che il nostro lavoro richiede: informare e offrire da queste pagine spunti di riflessione per restituire alla caccia, in particolare a quella con il cane da ferma nella sua incredibile varietà di possibilità di esercizio, tutta la realtà splendida e coinvolgente che le spetta, in una prospettiva di rispetto non solo del selvatico di per sé, ma anche dei contorni che sono propri della sua caccia (ambiente e territorio, cultura cinofila e venatoria in primis).
Sapete che vi dico allora? Grazie! Grazie davvero per prendervi la briga di inviare in redazione i vostri contributi, i vostri scritti e le vostre foto (sì, anche le vostre foto!), perché è la vostra partecipazione che ci consente di proseguire con il progetto Beccacce che Passione. E quale sia questo progetto lo lasciamo spiegare proprio a un nostro lettore che, oltre a partecipare attivamente alla vita culturale del mondo venatorio, ha offerto anche diversi contributi a questa rivista.
Così ci ha scritto: «tra cacciatori e sparatori c’è stato sempre un abisso. Oggi non tutti quelli che praticano la caccia alla beccaccia sono cacciatori, purtroppo, e molti non sono solo sparatori, per fortuna; a questa realtà si aggiunge l’aspetto negativo relativo al fatto che la caccia alla beccaccia è diventata un must, un simbolo e questo è un male. Pertanto procedete, come già state facendo, nel segno della coerenza e dell’etica giornalistica e soprattutto venatoria. Qualcuno si infastidirà di sicuro, ma penso che si fortificheranno altri sentimenti, quelli veri». E noi continueremo così.
© Viviana Bertocchi
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