Beccacce che Passione n. 5 2022: l’editoriale del nuovo numero

Editoriale

La beccaccia nel Mediterraneo

Cambia il palcoscenico, ma la protagonista è sempre lei, la beccaccia. E dalle Alpi è volata in Sicilia, a Ficuzza, dove nella meravigliosa Real casina di caccia, che si erge all’interno della riserva naturale orientata Bosco della Ficuzza, a pochi chilometri da Palermo, si è svolta a settembre una conferenza internazionale dedicata alla regina del bosco, la terza dal 2017 a oggi (la prima si è svolta a Firenze e la seconda, La beccaccia sulle Alpi, a Udine).

E con la terza conferenza internazionale sulla beccaccia, La beccaccia nel Mediterraneo. Gestione e prelievo sostenibile della Scolopax rusticola dinanzi ai cambiamenti climatici e alla trasformazione degli habitat naturali, voluta e organizzata, come le due che l’hanno preceduta, dalla Federazione delle associazioni nazionali dei beccacciai del Paleartico Occidentale e dalla Federazione italiana beccacciai, si è concluso un percorso volto a informare e a sensibilizzare tutti gli appassionati cacciatori e altri portatori di interesse sullo status della specie in tutto il Paleartico, illustrando progetti e prospettive per una pratica venatoria sostenibile.

Lasciando ai prossimi numeri della rivista un approfondimento su quanto presentato nel corso della conferenza di Palermo, metto intanto in evidenza alcuni punti per condurre una riflessione più ampia. Attualmente la salute della beccaccia sembra non destare particolare preoccupazione. I dati considerati nel corso delle relazioni presentate nel ciclo di conferenze Fanbpo-Fibec fanno riferimento alla Lista rossa degli uccelli Iucn Ssc pubblicata da Bird Life International nel 2019 (data di valutazione 2016) dove la specie a livello globale è indicata come Lc (minor preoccupazione) e stabile la sua tendenza.

Focalizzandosi poi sulla popolazione di beccaccia in Europa, la Lista rossa riferita all’area europea interessata dalla specie e pubblicata nel 2021 (data di valutazione 2020) indica la beccaccia sempre come Lc; la tendenza attuale della popolazione che si riproduce in Europa (principalmente in Russia) risulta però in diminuzione. A oggi vi sono soltanto ipotesi sulle cause del fenomeno, ma è noto che la salute della beccaccia è strettamente legata alla salute degli habitat su cui incidono in maniera rilevante anche i cambiamenti climatici in atto. Ed è complicato agire in tempi brevi per mitigare gli affetti di un clima che sta mutando repentinamente.

Come ha evidenziato Carmelo Bennici (biologo marino e membro della commissione scientifica di Fibec) durante la conferenza di Palermo, qualsiasi cambiamento a livello di clima non è mai un fenomeno circoscritto. Ad esempio, il riscaldamento delle acque mediterranee comporta effetti sugli ecosistemi e quindi una possibile influenza sull’etologia delle specie che li abitano (fenomeni migratori e periodi riproduttivi compresi). I modelli previsionali disegnano scenari diversi, ma le uniche certezze che attualmente abbiamo derivano dalla risposta biologica di habitat e specie, che ci offre dati di più immediata lettura e di più semplice interpretazione.

Questo vale anche per la beccaccia: monitorare la specie, quindi, vuol dire anche necessariamente monitorare i territori in cui vive, raccogliendo dati sullo stato di conservazione dell’habitat. E i cacciatori hanno contribuito e continuano a contribuire in maniera rilevante alla raccolta di tutte queste informazioni.

Darwin ci ha insegnato che le specie vincenti non sono quelle più forti o quelle più intelligenti, ma quelle che si adattano velocemente al cambiamento. La beccaccia sta dimostrando di potercela fare, ma quello che si comincia a osservare in Europa negli areali di riproduzione deve tenerci attenzionati. Qualsiasi sia il motivo. È quindi nostro dovere continuare ad aiutarla ad affrontare questo critico cambio di passo.

Come? Studio, ricerca, attività di monitoraggio sono imprescindibili e senza dubbio è necessario che il prelievo venatorio continui a essere sostenibile in tutti i territori ove la specie è presente. Perché la possibilità di continuare a praticare la nostra passione è profondamente legata a tutto questo.

La natura è certamente potente e la velocità e la facilità con cui si è riappropriata di spazio e di vita durante gli anni “di fermo” a causa della pandemia ne sono la prova. Ma non possiamo confidare solo sulle sue forze. Serve il nostro contributo e il percorso fatto dalla Fanbpo dal 2017 a oggi è un esempio di come si possa essere attivi in questa sfida.

Sono state indicate delle linee guida per continuare su questa strada, per tutelare la beccaccia, specie simbolo della biodiversità e anche di una rivoluzione culturale all’interno del mondo venatorio.

© Viviana Bertocchi

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