Stamani la commissione Agricoltura della Camera ha ascoltato le richieste degli assessori di Trentino e Alto Adige sulla gestione dei grandi carnivori.
Se si ritiene complicato ottenere l’accordo dei governi europei su una modifica che riduca il livello di protezione d’alcune specie inserite nella Direttiva habitat, è bene cominciare dalla normativa nazionale e rendere meno complicato l’intervento delle amministrazioni locali nella gestione dei grandi carnivori e della fauna selvatica in generale. È netta la posizione assunta stamani dall’assessora trentina Giulia Zanotelli davanti alla commissione Agricoltura della Camera che insieme a lei ha ascoltato anche il suo omologo altoatesino Arnold Schuler.
Zanotelli invita il parlamento a definire densità massime per orso e lupo, la cui presenza dev’essere compatibile con il contesto socio-economico dei diversi territori; e in caso di squilibrio si deve consentire l’adozione d’un piano gestionale di contenimento. In Trentino al momento ci sono circa duecento lupi, divisi in ventinove branchi cinque dei quali al confine con gli altri territori, e un centinaio d’orsi; nel 2022 s’è registrato il record di cucciolate, quattordici.
Per Zanotelli la recente apertura dell’Ispra «non corrisponde alle esigenze dei territori»; serve infatti «un approccio concreto basato sulle esigenze delle singole comunità». Il presidente della commissione, il leghista Mirco Carloni, ha dunque deciso di fissare un’audizione con i vertici dell’Ispra per tentare di capire il loro orientamento concreto.
L’audizione rientra nell’ambito della discussione su cinque progetti di legge sulla fauna selvatica (136-Bruzzone; 167-Cattoi; 568-Caretta; 608-Vaccari; 1002-Friuli Venezia Giulia) al momento all’esame della commissione Agricoltura.
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