Solida carabina realizzata da Ata, l’azienda che per prima in Turchia si è cimentata nella costruzione delle bolt-action, la Brenner Br20 è fluida nel funzionamento, e con munizioni da caccia rende possibili rosate sub-moa.
L’industria armiera turca è nota ormai da qualche decennio sul mercato dei fucili a canna liscia (basti pensare all’Huglu, fucile sovrapposto specialista per la caccia alla beccaccia), e guardando gli ultimi saloni internazionali si ha l’impressione che il gap rispetto alle industrie occidentali sia in fase di rapido ridimensionamento anche per il settore della canna rigata: la prima azienda che si è voluta cimentare con una bolt-action venatoria è stata Ata arms, che la battezzò Turqua e le conferì un look decisamente elegante e occidentale nonché finiture di discreto livello; il modello Brenner Br20 ne è diretta derivazione. A essere differente è più che altro il nome, che risulta specificamente destinato alla commercializzazione sul mercato tedesco.
L’azione dell’Ata Brenner Br20 è di tipo chiuso. Dal punto di vista estetico può essere vagamente paragonata a quella della Tikka T3; è realizzata in acciaio e ha un ponte anteriore molto lungo, al fine di accogliere sia le sedi di chiusura dell’otturatore (a tre tenoni frontali a 120 gradi), sia la filettatura della culatta della canna. L’azione ha pareti laterali dritte, sommità leggermente bombata e parte inferiore completamente piatta, con un solido recoil lug rettangolare integrale all’azione stessa.
La meccanica dell’Ata Brenner Br20
L’otturatore presenta i tre tenoni frontali di chiusura, la cui sommità ha diametro pari o leggermente inferiore rispetto al corpo del cilindro, consentendo di avere una sede di scorrimento nell’azione perfettamente cilindrica, con semplificazione costruttiva, ma anche con grande scorrevolezza.
Il manubrio è leggermente piegato all’indietro e completato da un pomo a pera con diametro di base pari a 18 millimetri e fine godronatura sulla circonferenza, per aumentare la presa. La testa dell’otturatore è conformata in modo da accogliere completamente il fondello del bossolo, l’estrattore è una robusta unghia esterna imperniata alla testa medesima, l’espulsore è a puntone a molla.
La sicura manuale è costituita da un cursore con movimento orizzontale, situata sul lato destro della codetta dell’azione, dietro il manubrio. Ha tre posizioni: tutta avanti consente lo sparo; indietro di uno scatto blocca il grilletto; indietro di due blocca grilletto e otturatore. Dal noce dell’otturatore stesso, inoltre, protrude la coda del percussore, verniciata in rosso, che funge da avviso visivo e tattile di armamento.
La canna è realizzata mediante rotomartellatura, è lunga 510 millimetri e ha profilo semi-pesante, con diametro in volata di 18 millimetri. La volata è filettata per l’installazione di freni di bocca o moderatori di suono per i Paesi che li consentano a caccia, la filettatura è protetta da una boccola zigrinata. Il calibro per il momento disponibile è il .308 Winchester, con passo di rigatura di 1:11”; Ata arms produce anche una versione in 6,5 Creedmoor, al momento non importata, con passo di 1:8”.
Calcio e caricatore
La calciatura è polimerica, dal profilo prettamente venatorio, con pala a dorso dritto, all’americana, senza Montecarlo né dorso di cinghiale. L’appoggiaguancia, che non sporge lateralmente, può tuttavia essere regolato in altezza spingendo il pulsante posto sul lato destro e sollevandolo, con una escursione massima di 25 millimetri.
L’astina è sottile, rastremata, con un’ampiezza nel punto mediano che abbiamo rilevato in 41 millimetri, puntale a coda di castoro. Al di sotto della pala e dell’asta sono presenti i classici attacchi per magliette porta cinghia a sgancio rapido (swivel stud). In corrispondenza dei punti di presa, invece, sono sovra-saldati alla struttura rigida della calciatura, pannelli gommati per fornire un grip più efficace alle dita e anche l’appoggia guancia regolabile presenta una finitura soft touch. Completa il tutto uno spesso calciolo in gomma.
L’incassatura dell’azione è molto precisa, tanto è vero che una volta tolte le viti di fissaggio, occorre comunque un minimo di sforzo per separare la meccanica dal calcio. Le viti, inoltre, presentano bussole in acciaio (una sorta di pillar bedding).
L’alimentazione è costituita da un caricatore monofilare polimerico della capacità di tre cartucce, che risulta praticamente a filo del bordo inferiore della calciatura. La rimozione avviene agendo sul ritegno a bilanciere posto davanti al bocchettone e protetto da un incasso. Anche il ponticello-bocchettone, come il caricatore, è realizzato in polimeri.
La gallery fotografica
Mire e scatto
Non sono previste mire metalliche; sulla sommità dell’azione è applicata, mediante viti Allen, una slitta Picatinny lunga 150 millimetri, che consente il montaggio di ottiche di puntamento. Per la prova ho fissato un cannocchiale Delta Titanium 3-24×56 Ed, con parallasse regolabile e possibilità di illuminazione del reticolo.
Lo scatto è in due tempi, e può essere regolato sia in termini di precorsa, sia nel peso di sgancio, tra 800 e 1.600 grammi. La regolazione può essere effettuata senza disgiungere la meccanica dal calcio, agendo attraverso un foro nel ponticello.
Con l’impostazione di fabbrica, ho riscontrato una precorsa praticamente azzerata e un peso di sgancio rilevato in 1.400 grammi con il nostro dinamometro Lyman, quindi regolato dall’azienda verso il limite superiore per ragioni evidentemente prudenziali.
Il test dell’Ata Brenner Br20
Ho svolto la prova a fuoco all’Oklahoma camp di Uboldo (Va), sulla distanza dei 100 metri, sparando in appoggio anteriore. Ho impiegato una selezione di cartucce venatorie, con un assortimento tipico di pesi di palla: Fiocchi Soft point di 150 grani ed Epn (cioè Hornady Sst) di 180, Geco Plus di 170 grani e Rws H-mantel di 180 grani.
La prima impressione nelle manipolazioni in bianco è stata di una notevole scorrevolezza dell’otturatore e di una generale fluidità di tutti i comandi. Le posizioni della sicura sono ben spaziate e il rilievo del cursore ne consente la fruizione anche indossando i guanti, così come la luce del ponticello risulta piuttosto comoda anche in tale frangente di impiego. Se si aziona il ritegno a bilanciere, il caricatore cade nella mano del tiratore, comodamente e il rifornimento è molto agevole. Anche con la terza cartuccia inserita può essere reinnestato nell’arma a otturatore chiuso senza sforzo, quindi la capacità reale può giungere a 4 cartucce.
L’azione è dimensionata ad hoc per i calibri short action; la finestra di espulsione laterale è di lunghezza sufficiente (70 millimetri) da consentire anche un agevole inserimento diretto della cartuccia nella camera, senza per forza dover passare dal caricatore.
Con le cartucce, l’alimentazione è risultata del tutto fluida, così come l’espulsione, vigorosa. Solo in alcuni casi ho percepito un leggero indurimento in chiusura del manubrio, determinato dall’aggancio dell’estrattore al fondello del bossolo; ma azionando il manubrio con un minimo di vigore il problema non si è presentato.
La costruzione completamente in acciaio non contribuisce a contenere il peso complessivo, che non risulta leggerissimo (3.600 grammi). In compenso, l’azione vanta una rigidità eccellente allo sparo, che si traduce in un’ottima precisione intrinseca, e la massa addomestica a dovere le reazioni allo sparo, che sono veramente morbide.
L’analisi delle rosate
Sotto il minuto d’angolo
Dal punto di vista della precisione, i risultati sono stati di tutto rilievo: con i quattro caricamenti sperimentati non sono mai saliti al di sopra del minuto d’angolo; tuttavia l’arma ha evidenziato un gradimento leggermente superiore per le palle di maggior peso, quindi 170 e 180 grani.
In particolare ho ottenuto il miglior raggruppamento con le Rws H-mantel, con tre colpi in un diametro di 20 millimetri. La canna, di diametro piuttosto corposo, consente di sparare un numero elevato di colpi prima di evidenziare un allargamento della rosata a causa del surriscaldamento: numero di colpi che, peraltro, è del tutto irrealistico a caccia.
L’arma presenta un design moderno e di gusto occidentale; le lavorazioni meccaniche sono di buona qualità, il funzionamento è risultato regolarissimo e la precisione è al di sotto del minuto d’angolo anche con munizioni da caccia non particolarmente specializzate. Il tutto, va ricordato, per un prezzo al pubblico che è ancora al di sotto della soglia fatidica, a livello psicologico, della quarta cifra. Con un sovrapprezzo di poco più di 150 euro è possibile, al posto della versione polimerica, avere la variante con calciatura in legno, a profilo thumbhole.
Tabella balistica
Ata Brenner Br20: la scheda tecnica
- Produttore: Ata silah sanayi
- Distributore: Adinolfi, via Brennero 10, 20900 Monza (Mb), tel. 039 2300745,
- Modello: Brenner Br20
- Tipo: carabina a ripetizione manuale
- Calibro: .308 Winchester
- Funzionamento: otturatore girevole-scorrevole a tre tenoni
- Alimentazione: caricatore amovibile monofilare
- Numero colpi: 3
- Canna: rotomartellata, lunghezza 510 mm, volata 18 mm filettata per l’installazione di accessori, passo di 1:11”
- Lunghezza totale: 1.040 mm
- Scatto: diretto, regolabile, peso rilevato 1.400 g
- Percussione: percussore lanciato
- Sicura: manuale a cursore a tre posizioni; indicatore di percussore armato
- Mire: slitta Picatinny per il montaggio di ottiche (in prova, Delta Titanium 3-24×56 Ed)
- Materiali: acciaio al carbonio, calciatura polimerica
- Finiture: brunitura nera opaca, otturatore nero lucido
- Peso rilevato: 3.640 g senza ottica
- Altre versioni: calciatura thumbhole in noce
- Prezzo: 979 euro; con calcio in legno, 1.159 euro
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