Dopo il fallimento del referendum, l’Arcicaccia s’interroga sul futuro della caccia in Italia: impossibile prescindere dall’associazione unica dei cacciatori.
L’Arcicaccia intende dar rapidamente seguito alla decisione di creare un’associazione unica dei cacciatori “senza indugiare in equivoche intenzioni di una federazione, unione o confederazione”. È netta la chiusura del comunicato che delinea le prospettive della caccia in Italia dopo il fallimento del referendum. Sembra dunque già superata la lettera aperta del presidente nazionale Christian Maffei che a inizio dicembre aveva aperto a un contenitore delle associazioni esistenti. La nuova associazione non potrà nascere solo sulla base di un accordo romano: c’è bisogno di un’articolazione locale, al servizio dei cacciatori e dell’economia rurale.
Arcicaccia rinnova poi un auspicio e una promessa: l’auspicio è che nel prossimo futuro le associazioni venatorie non si facciano trovare impreparate dinanzi a eventuali nuove provocazioni; la promessa, rivolta a chi ha firmato la richiesta di referendum, è che il mondo venatorio italiano sarà parte attiva nello sforzo di conservare e arricchire la biodiversità.
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