La giunta Fontana ha approvato la delibera con le disposizioni che integrano il calendario venatorio della Lombardia 2023/2024.
Rispetto alle altre regioni ove ogni anno c’è bisogno d’un atto amministrativo autonomo, da quasi vent’anni il calendario venatorio della Lombardia è stabilito da una legge (la 17/2004) rispetto alla quale le delibere della giunta e i provvedimenti dei dirigenti eventualmente accorciano la durata della stagione di caccia ad alcune specie; approvata nella seduta di ieri e diffusa in anteprima dalla Federcaccia, la delibera 685 interviene essenzialmente sulla selvaggina stanziale.
Negli Atc, dunque in pianura e in collina, non si registrano modifiche alla durata della stagione di caccia a coniglio selvatico, minilepre (17 settembre-31 dicembre) e volpe (17 settembre-31 gennaio; nel Bresciano però dal 9 dicembre soltanto in squadra).
A seconda delle province cambia invece la data di chiusura della caccia a pernice rossa, starna (30 novembre anziché 7 dicembre a Cremona, Mantova, Varese, Como e Lecco) e lepre (30 novembre anziché 7 dicembre a Cremona, Mantova e Brescia).
La caccia al fagiano e agli ungulati
È però sul fagiano che si riscontrano le variazioni principali. A Pavia, Monza e Milano si va abbastanza lisci: apertura il 17 settembre, chiusura il 31 gennaio tranne che negli Atc Pv4 e Pv5, dov’è anticipata al 31 dicembre analogamente a Brescia, Varese, Lecco e Cremona; eccezione però anche negli Atc Cr1, Cr2, Cr3 e Cr4, ove si chiude il 30 novembre come in tutto il Mantovano. Nelle altre tre province la stagione di caccia alle femmine dura meno rispetto a quella ai maschi: 7 dicembre Bergamo (anziché 31 dicembre) e Como (anziché 31 gennaio); 31 dicembre anziché 31 gennaio nel Lodigiano.
Infine gli ungulati: camoscio, cervo e muflone saranno cacciabili dal 1° agosto al 31 dicembre; il capriolo dal 1° giugno al 10 dicembre in zona Alpi, e all’esterno nel doppio intervallo 1° giugno-30 settembre e 1° gennaio-15 marzo.
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