Il parlamento europeo ha approvato la nuova politica agricola comune, che entrerà in vigore il 1° gennaio 2023. Fino ad allora sono prorogate le regole attualmente in vigore.
Dal 1° gennaio 2023 entrerà in vigore la nuova politica agricola comune: il parlamento europeo ha infatti approvato definitivamente i tre regolamenti (sui piani strategici, 452 voti favorevoli e 178 contrari; orizzontale, 458-142; sull’organizzazione comune dei mercati, 487-130) che aggiornano la normativa in materia. Le regole attuali resteranno in vigore fino alla fine del 2022; in quest’anno abbondante dovrà arrivare anche l’approvazione formale del Consiglio dell’Unione europea.
La nuova pac punta a rafforzare la biodiversità in Europa e impone agli agricoltori pratiche rispettose del clima e dell’ambiente; per la tedesca Ulrike Müller (Renew Europe), relatrice di uno dei regolamenti, si tratta di una riforma ambiziosa, orientata al raggiungimento degli obiettivi più che a una sterile conformazione alle regole. Gli Stati che aderiscono all’Unione europea dovranno infatti destinare a misure ambientali e climatiche il 25% dei pagamenti diretti e almeno il 35% del bilancio allo sviluppo rurale. Negli anni la Commissione europea dovrà valutare se i piani strategici nazionali siano in linea con gli impegni comunitari. Ma anche se all’entrata in vigore manca più di un anno, che in politica sta a significare poco meno che l’eternità, la discussione pubblica è già cominciata: le misure approvate sono davvero sufficienti a tutelare la biodiversità?
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