Federcaccia, Arcicaccia ed Enalcaccia criticano la presenza e le proposte degli animalisti agli Stati generali dell’economia.
Più che gli animalisti, agli Stati generali dell’economia Conte avrebbe dovuto invitare i cacciatori. O almeno anche i cacciatori “che creano mezzo punto di pil e l’ambiente lo vivono, lo conoscono e concorrono a gestirlo” (Fidc). Il mondo venatorio assume una posizione univoca e chiede ascolto al governo.
Commentando la proposta animalista di cui dà conto Il Sole 24 Ore, la Federcaccia ne critica “il vuoto di idee e di senso della realtà e le sterili posizioni ideologiche”.
Sulla stessa linea Arcicaccia, secondo cui è “assai poco democratico aver ascoltato i protezionisti e non i cacciatori”. L’Arcicaccia accoglie “con indignazione e sconcerto” la proposta di abolire la caccia e il consumo di carne e annuncia che si opporrà “a questa deriva”.
Enalcaccia chiede al governo da che parte voglia stare, se davvero possa rinunciare a chi vive e professa la cultura rurale “che ha contribuito a costruire questo Paese”. Non sarebbe una scelta felice “rinunciare a una comunità produttiva competente e rispettosa del diritto in cambio di autoproclamati difensori dell’ambiente che con i soldi di tutti controllano, prima che proteggere, il territorio come se fosse cosa loro”.
È segno chiaro, se ancora ce ne fosse bisogno, che il mondo venatorio può reggere soltanto se affronta unito le prossime battaglie.
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