La commissione Agricoltura ha approvato un emendamento sull’uso degli anelli per i richiami vivi da caccia in Lombardia.
In materiale metallico o plastico o altro idoneo, quelli distribuiti dalla Regione (la giunta ne definirà caratteristiche tecniche e misure, tolleranza del 10%) saranno gli unici ad avere valore legale: approvando l’emendamento di Carlo Bravo (Fratelli d’Italia) all’assestamento della legge di bilancio, l’VIII commissione consiliare tenta di modificare così la normativa sull’impiego degli anelli per i richiami vivi da caccia in Lombardia; s’attende ora la decisione finale del consiglio in seduta plenaria.
In caso d’approvazione gli anelli attualmente in uso saranno validi fino alla distribuzione dei nuovi che, consegnati su richiesta, potranno essere sostituiti se deteriorati o pericolosi per il benessere del richiamo.
Si prevede che i richiami d’allevamento possano essere detenuti senza limiti di numero, stabiliti invece per i richiami di cattura (massimo dieci per specie fino a un massimo di quaranta complessivi per la caccia da appostamento fisso; massimo dieci complessivi per la caccia da appostamento temporaneo).
Non si rende infine obbligatorio l’anello per piccione e germano reale nella forma domestica e per i richiami di specie cacciabili a fenotipo mutato. Su questo punto, come sull’obbligo d’un anello regionale standard («alternativo o concorrente?»), la Federcaccia si dice perplessa; l’assenza dell’anello «rende infatti impossibile al cacciatore dimostrare la legittima provenienza del richiamo: anche se rari, anche in natura esistono esemplari mutati. Forse il senso è che per questi richiami basta l’anello dell’allevatore e non serve quello della Regione». È senz’altro uno dei punti da chiarire in vista dell’approdo in aula.
Scopri le ultime notizie di caccia e i test di ottiche, armi e munizioni sul portale web di Caccia Magazine.