Il mondo ambientalista italiano ricorda che anche dopo l’eventuale declassamento dello stato di protezione del lupo, decisione la cui responsabilità attribuisce almeno in parte ai cacciatori, la caccia non sarà possibile.
Anche alla fine della procedura il declassamento dello stato di protezione del lupo, da particolarmente protetto a (soltanto) protetto, non renderà possibile la caccia: il mondo ambientalista italiano (la nota la siglano Enpa, Grig, Lac, Lav, Lupus in fabula e Wwf) ricorda che al massimo si potrà procedere a una «riduzione selettiva della popolazione, e solo con una deroga, ossia un provvedimento eccezionale, sottoposto peraltro a vincoli rigidissimi e accompagnato da dimostrazioni comprovate; e allo stesso modo [dovrà essere evidente] l’assenza di altre soluzioni soddisfacenti».
Le associazioni ambientaliste ricordano inoltre che non è scontato che la procedura si completi senza scossoni: sul declassamento del lupo grava infatti il ricorso di cinque associazioni animaliste, che si sono rivolte alla Corte di giustizia dell’Unione europea sostenendo che alla base del declassamento ci siano non «solide basi scientifiche», ma «una decisione prettamente politica e ideologica».
E anche se il declassamento andrà a buon fine il mondo ambientalista italiano continuerà a combattere le operazioni di contenimento numerico dei lupi, «una soluzione inutile» («i lupi giovani in dispersione occuperanno infatti le zone lasciate libere dai lupi uccisi») e «pericolosa» per la sopravvivenza della specie, «vulnerabile» e caratterizzata da popolazioni «non stabili, che variano in relazione alla presenza delle prede», sulle quali incide anche la pressione venatoria, «al bracconaggio e agli incidenti stradali».
Col prelievo dei lupi, si legge nella nota, si rischia inoltre la destrutturazione dei branchi, e dunque «la dispersione di individui solitari che cacciano prede più semplici, come gli animali domestici».
«Il principale competitore dei cacciatori»
Per Enpa, Grig, Lac, Lav, Lupus in fabula e Wwf «il lupo è il principale competitore del cacciatore di cinghiali, che si vede così sottrarre l’oggetto del proprio passatempo e [diminuire] gli introiti [legati] al commercio della carne macellata. Diversamente da quanto lasciano credere, i cacciatori non fanno affatto gli interessi degli agricoltori o degli allevatori, ma solo i propri: in varie occasioni alcune squadre di cinghialai hanno attribuito al lupo la causa della diminuzione della presenza di cinghiali nelle loro zone di caccia».
«Il lupo è un predatore apicale» si chiude la nota «e svolge un ruolo fondamentale nel regolare le popolazioni di ungulati come cervi, caprioli e cinghiali. La sua presenza varia in funzione delle prede: quindi dobbiamo lasciar fare alla natura, consapevoli che se si adottano le necessarie cautele il lupo non sarà mai pericoloso per gli animali domestici né per l’uomo».
Non perdere le ultime notizie di caccia e i test di ottiche, armi e munizioni sul portale web di Caccia Magazine.