Il Tar della Lombardia ha formulato una richiesta di chiarimenti sul numero dei valichi montani da sottoporre a tutela: il commissario dovrà rispondere entro due settimane.
Entro il 27 febbraio il commissario dovrà far sapere perché abbia ridotto a diciannove i valichi montani da sottoporre a tutela immediata (altri quindici quelli da monitorare per un anno), se quelli interessati dalle rotte di migrazione sono 481: lo ha deciso la quarta sezione del Tar della Lombardia (ordinanza 493/25) rinviando al 9 aprile la discussione del merito del ricorso della Lac, che chiede di ottemperare alle sentenze del 2020 e del 2023 e alla quale si sono opposte Federcaccia, Anuu migratoristi, Enalcaccia, Libera Caccia, Italcaccia, Arcicaccia e Associazione cacciatori lombardi.
Per il Tar la relazione del commissario non chiarisce adeguatamente il meccanismo della riduzione: «sembra» si legge nell’ordinanza «che si siano presi a riferimento soltanto quelli già indicati nella relazione dell’Università dell’Insubria in collaborazione con l’Ersaf, ulteriormente depurati a seguito della ricerca condotta in proprio».
Ma la relazione era idonea solo provvisoriamente, giusto per garantire «la tutela del bene protetto» fino alla fine del procedimento: dunque non può rappresentare «il principale supporto conoscitivo su cui basarsi in ultima analisi». Se ne riparlerà tra un paio di mesi, quando il Tar avrà avuto modo di studiare i nuovi atti prodotti dal commissario.
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